11 settembre 2017

La Giustizia per Regeni non è alla portata dell'Italia

Ho letto (via Internazionale) il complesso reportage di Declan Walsh del The New York Times Magazine sul Caso Regeni.
Lo consiglio a tutti gli interessati: ritengo sia il testo più accurato e solido che abbia mai letto in merito.
E se non avete voglia di leggere, vi riassumo in una sola frase quello che è di nostro maggior interesse: 
No, Walsh non ha scritto nulla contro il Governo Italiano che non ha commesso i grossolani errori che ci si potrebbe attendere.
Parliamo, quindi, di altre cose fondamentali che nell'articolo non ci sono.
Perchè il governo egiziano può serenamente ignorare l'accaduto e le richieste di Verità e Giustizia sia della Repubblica Italiana che dell'Opinione Pubblica Occidentale?
Perchè la Repubblica Italiana ha ceduto e ha rinunciato a chiedere Giustizia?
Ecco, di questo, nel reportage non di parla.
L'affaire Regeni ha avuto ampia eco anche all'estero è non è (stata) una questione solo Italo Egiziana.
Ma, quando gli interessati (fatevene una ragione: siamo molto pochi) manifestano la propria indignazione (sui social) parlano al vento.
E' del tutto evidente che un funzionario del governo egiziano (non sappiamo quanto importante, potrebbe anche essere di livello medio) ha ordinato il rapimento, la tortura e l'esecuzione di un cittadino italiano che non stava facendo nemmeno niente di particolarmente pernicioso per la sicurezza della dittatura militare egiziana.
E' assai probabile che costui non vedrà mai l'aula di un tribunale.
Perchè?

E' molto semplice: il governo Egiziano fa finta di nulla e ci prende pure per il culo perchè può farlo.
Il Governo Italiano ha rimandato l'ambasciatore al Cairo perchè deve farlo.




Non voglio scrivere un trattato sulla maggior rilevanza geopolitica di una Dittatura Mediorientale che ha un peso economico del 25% della maggior Democrazia del Mediterraneo.
Gli egiziani si sentono tranquilli perchè sanno bene che l'Italia ha molto più bisogno dell'Egitto che l'Egitto dell'Italia.
O, almeno, pensano che sia così.
La nostra intelligence, oggettivamente efficace nel proteggerci da ISIS e sodali, ha bisogno che l'Egitto (sul cui territorio ISIS et similia conducono quotidianamente una feroce azione di guerriglia e terrore) continui a collaborare.
I buoni uffici egiziani sono anche richiesti in Libia per via di quella faccenduola dell'Immigrazione.
E', ovviamente, anche una questione di soldi ma, anche se i 5 Miliardi di € di interscambio annuo possono sembrare una cifra enorme, il nostro guaio è la debolezza militare e strategica:
L'Egitto combatte l'ISIS e voi non lo volete supportare?
Apparentemente, quindi, la ragion di Stato mista alla nostra debolezza ci costringe far buon viso a cattivo gioco.
Io penso che sia la nostra debolezza militare e politica a contare.
Non è affatto detto che si debba noi cessare la collaborazione con l'Egitto in tema di antiterrorismo.
Si possono emettere sanzioni mirate contro i nostri sospettati principali con tanto di sorriso sulle labbra.
Emettere mandati di cattura internazionale.
L'Egitto è un paese molto debole (che è bene non indebolire ulteriormente) ed è fondamentale lasciare ai suoi dirigenti almeno modo di salvare la faccia.
Quindi un govero egiziano sufficientemente motivato da azioni precise e fredde da parte italiana potrebbe anche decidere di sacrificare i responsabili.
Ma noi non siamo in grado di fare niente di tutto questo perchè ci mancano le basi culturali per decifrare le posizioni di forza.
E nei palazzi dei nuovi faraoni ci si sente molto più forti di quanto si sia in realtà, può darsi, ma si è molto più forti geopoliticamente parlando che lungo le rive del Tevere.
La realtà è sconfortante e la mia desolata opinione è che non ci sarà mai giustizia per Regeni, almeno non secondo i nostri parametri che vorrebbero mandanti, esecutori materiali e complici condannati a pene detentive proporzionali alla responsabilità.
I miei pensieri vanno alla sua famiglia ed ai suoi cari che non possono certo dimenticare o smettere di soffrire per la terribile perdita che un pezzo dello Stato Egiziano ha inflitto loro.
La mia raccomandazione finale per chi ha a cuore questa ed altre cause simili è meditare su un dato di fatto: se la tua nazione ha 200 carri armati e quella oggetto del contendere ne ha, magari, 3500, degnati di inserire questo piccolo squilibrio nei tuoi calcoli in merito.
Magari certi fatti inesplicabili si spiegano facilmente.

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