12 marzo 2008

Dodici e Tredici Marzo Millenovecentottantotto

Era un pomeriggio terribilmente cupo ed umido ed era già buio.
Il tepore del giorno era svanito nel vento di fine inverno.
La sede scout era un grosso garage doppio. Non è più lì da anni.
La memoria di quelle giornate è davvero confusa, ricordo solo sprazzi di colori e volti amici.
Era Sabato ed entrai nella sede del Branco / Clan, sede separata da un muro di cartongesso da quella del Reparto. E da una porta, sempre chiusa a chiave durante le nostre riunioni. La sede di Branco / Clan era assai più pulita, ordinata ed accogliente di quella del Reparto. Forse perché noi diavoli non ne avevamo le chiavi.
Così, entrai con timore reverenziale in quello stanzino ricoperto di disegni,affrescato con scene di campo e piacevolmente caldo.
Vi entrai per la mia Veglia d'Armi.
Ricordo i volti sorridenti dei miei capi di allora e di quelli che allora erano i giovanissimi capibranco e la cui famiglia è il Pilastro del mio Gruppo. Ricordo che mi venne chiesto di ripetere la Legge, null'altro.
Il ricordo successivo è del giorno dopo, mentre portavamo con noi i grossi pentoloni per cucinare in Squadriglia. Poi, ricordo una sfiancante corsa durante il grande gioco allo scalpo in Contrada La Vaglia.
E il colore del fuoco acceso con legna umida sotto il pentolone.
E null'altro.
Forse dovrei, ma non mi rammarico più di tanto per aver dimenticato l'emozione e le circostanze in cui, nel quadrato del Reparto Sagittario, quel giorno, davanti a G.P., pronunciai la mia Promessa Scout.
Dopotutto, sono passati solo Vent'anni: c'è ancora spazio per i Ricordi.


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