12 novembre 2013

La Terza Guerra Mondiale: Teatro Europa

Ok, questo sarà un post un po' insolito, ispirato, probabilmente, dalle elezioni regionali, dal congresso PD o, che so, dalla devastante sensazione che l'Italia sia l'ultimo paese superstite del Patto di Varsavia...
Sarò logorroico, anche secondo i miei standard, siete avvertiti.
Parliamo di Terza Guerra Mondiale.
Ma non quella economica attualmente in corso, parliamo di quella mai combattuta tra NATO e Patto di Varsavia.
Come al solito le fonti principali faranno riferimento a wikipedia.
Iniziamo a delimitare un po' il campo: non ci occuperemo, in questo articolo, di cose alla "The Day After" o "Alba Rossa".
Anche se, con orrore, dovremo considerare l'uso di scenari nucleari, resteremo il più possibile nell'ambito raccontato nel romanzo "Uragano Rosso" di Tom Clancy e in vari saggi di fantapolitica, come "La Terza Guerra Mondiale" di John Hackett.
Ora, non mi metterò, qui, a snocciolare cifre e a fare elenchi di divisioni e piani di battaglia.
Quello che mi interessa è ricordare a tutti un pezzettino di Storia che fa da fondamenta al nostro quotidiano e che sembra negletto nel sentire comune.
Dunque, da dove cominciare?
Per prima cosa da un invito a farvi un bel giro su wikipedia e leggervi le voci relative alla Guerra Fredda, a NATO e a Patto di Varsavia
Per capire meglio certe mie affermazioni, poi, sapere anche come sono andate le cose durante la Seconda Guerra Mondiale da un punto di vista militare sul Fronte Orientale non guasterebbe, eh!
Ero ragazzino negli anni 80 e ricordo bene la dicotomia tra la retorica filosovietica allora (allora?) spacciata per pacifista e la terrorizzante prospettiva di un'armata corazzata gigantesca accampata senza soluzione di continutià dal Mare del Nord al Mar Nero pronta ad invadere l'Europa Occidentale.
Per non parlare dell'angoscia generata da The Day After riguardo l'Olocausto Nucleare: ancora ho gli incubi almeno un paio di volte all'anno e non scherzo.
Insomma, io ricordo benissimo di aver avuto nove anni e di sapere che a due passi da casa mia c'era un bersaglio primario del Patto di Varsavia: l'aeroporto di Gioia del Colle ... Eccovi qui sotto una simulazione di quello che sarebbe l'effetto di una bomba all'idrogeno da 1 Megaton sulla base aerea pugliese al netto di onda d'urto e fallout radioattivo, in genere una scia che si muove dal punto di impatto verso est ...




Se volete "divertirvi" a nuclearizzare una città e vedere che effetto che fa potete trovare quello che vi serve qui.
Torniamo a bomba...
Dal 1945 al 1990 l'Unione Sovietica e i suoi alleati soggetti del Blocco Orientale (Germania Est, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria) schieravano sui confini dell'Europa Occidenale un esercito grosso modo tre volte più grande di quello schierato dalla NATO.
Questa è una semplificazione, molte divisioni erano di seconda qualità, a effettivi incompleti  fino all'eventuale mobilitazione generale e/o con equipaggiamento di vecchia generazione, tuttavia, dato che in molti eserciti NATO le cose andavano più o meno allo stesso modo può essere accettata in prima approssimazione.
Gli eserciti del Patto di Varsavia sono andati via via crescendo nel corso del tempo fino ad arrivare, poco prima del crollo del regime sovietico ad una massa di qualcosa come duecentocinquanta divisioni (210 sovietiche) contro una settantina della NATO (facciamo 90 includendo anche le truppe USA dall'altro lato dell'Atlantico).
Ecco qua un'infografica valida per la metà degli anni '80.



Ma le cose stavano davvero così?
No.
Sveliamo il thriller e poi lo spieghiamo, va.
Dunque, è mia ponderata e fondata opinione che l'URSS e i suoi alleati sarebbero stati sì e no in grado di difendersi in caso di conflitto convenzionale.
E, di questo, i leaders sovietici erano pienamente consapevoli.
Infatti, mi duole dirlo, quando dopo la caduta del muro di Berlino sono venuti alla luce i piani di guerra del Patto di Varsavia, praticamente nessuno prevedeva azioni difensive (quindi la 'propaganda capitalista' degli anni '80 diceva il vero) e nessuno prevedeva di invadere l'Europa Occidentale senza un massiccio uso di armi nucleari.
Le fonti online  (cito solo wikipedia ma con un po' di sforzo potete cercare anche voi) sono concordi: prospettive di successo senza armi nucleari i sovietici non ne vedevano proprio.
Ma come, avevano una superiorità numerica schiacciante e potevano ricevere rinforzi dal cuore dell'URSS in una notte di treno (mentre dagli USA i carri armati dovevano arrivare attraversando l'Atlantico infestato da sottomarini russi e sotto la minaccia di bombardieri a lungo raggio, viaggio che sarebbe durato almeno una settimana), perchè iniziare la 'liberazione dei popoli oppressi dal capitalismo' con una scarica di esplosioni atomiche?
Vediamo qualche cartina d'esempio tratta proprio dalle fonti scoperte dopo la caduta del Muro di Berlino:


i piani cecoslovacchi del 1964



ed i piani generali per gli anni ottanta che furono testati in un'esercitazione denominata
 "7 giorni fino al fiume Reno", la seconda immagine riguarda il dettaglio dei compiti specifici dell'esercito polacco.

Ironia della sorte, in ultima analisi, lo slogan pacifista "Meglio Rossi che morti" che invitava ad una resa incondizionata in caso di attacco sovietico, non aveva alcun senso, dato che si sarebbe morti tutti nei primi minuti di quell'attacco.
Effettivamente, siamo di fronte ad un bel dilemma.
Che ha una spiegazione semplice: quasi sicuramente, in effetti, tutto l'intero apparato bellico dell'URSS, la retorica, i piani di attacco nucleare, erano un completo bluff destinato a scopi di conservazione del potere interno.
I Leaders Sovietici potevano anche consentire che si mettessero per iscritto farneticazioni come l'uso di armi nucleari tattiche. Ma sapevano bene che lanciare anche solo una manciata di armi nucleari nel cuore dell'Europa avrebbe portato, in poche ore, ad un olocausto nucleare globale.
Semplicemente, speravano che il muro di carri armati preservasse l'URSS dai nemici esterni e interni.
E per una quarantina d'anni ha funzionato.
Ora, il lettore potrebbe subito opporre l'obiezione della mancata opzione di una guerra completamente convenzionale.
Certo, difficilmente, negli anni '80, la NATO avrebbe usato per prima le armi nucleari sul proprio territorio (mentre non era così dal 45 agli anni 60 inoltrati, quando era la NATO a prevedere, in caso di aggressione anche solo convenzionale sovietica, una massiccia rappresaglia nucleare).
E allora?
E allora i leaders sovietici erano ben consci anche dell'efficienza pratica delle proprie gigantesche forze armate.
Per prima cosa, sapevano bene che degli eserciti delle 'nazioni sorelle' del Patto di Varsavia c'era ben poco da fidarsi, anzi, in caso di guerra era meglio che se ne stessero in caserma senza munizioni circondati dai battaglioni del KGB.
Forse forse i tedesco orientali potevano essere usati, ma non ce li vedo i Polacchi fare altro che sparare ai russi...
Poi, data la stessa struttura dell'Armata Rossa, in cui i fenomeni di nonnismo erano addirittura incoraggiati dagli ufficiali (sempre per motivi politici), non è che ci fosse poi tanto da aspettarsi nemmeno dai reggimenti della Guardia Sovietica: durante l'invasione della Cecoslovacchia certi ufficiali sovietici, di notte, dormivano dentro i carri armati chiudendosi a chiave e lasciando fuori gli equipaggi che temevano più degli insorti cecoslovacchi...
Per non parlare del nepotismo istituzionalizzato condito da selezione mediante criteri di affidabilità politica che rendevano promozioni e incarichi la posta di un logorante duello tra veri e propri feudi di potere nella casta degli ufficiali. 
Invariabilmente, le carte dimostravano che le truppe erano disciplinatissime (mentre ordinariamente regnava il caos nelle camerate), indottrinate (questo magari era vero) e che tutti i carri armati erano efficienti e lustri mentre si sa che ne funzionava al meglio uno su tre.
Ora, magari un giovane ufficiale orgoglioso della sua tessera del Partito poteva anche ignorare certi fatti, ma dubito che fossero ignoti al Politburo...
Infine, il lato tecnico della faccenda.
A parte i famosi carri armati T-34 della Seconda Guerra Mondiale, l'universale AK-47 e il MiG 15 della Guerra di Corea, è difficile individuare nella macchina militare Sovietica, soprattutto nei primi anni '80 del Secolo Scorso, un sistema d'arma integrato capace di surclassare gli equivalenti occidentali anche in caso di notevole superiorità numerica.
Queste, ovviamente, sono affermazioni "a posteriori". Vi garantisco che nel 1985 il sottoscritto considerava il MiG-25 come una specie di spauracchio finchè, quando un paio di lustri dopo ho avuto modo di confrontarmi con fonti di origine anglosassone ho scoperto che un gran numero di osservatori occidentali già nella prima metà degli anni '80 avevano scoperto il bluff sovietico e il controbluff del complesso militare industriale occidentale che 'pompava' la minaccia sovietica per garantirsi ordinativi.
Suggerisco la lettura di "La Minaccia: dentro la macchina militare sovietica" di Andrew Cockburn, un impegnativo volume che spiega come, alla fine della fiera, non solo il gigante aveva i piedi d'argilla nel suo complesso, ma che anche le sue singole cellule non erano questo gran che:

Quanti carri armati M60 Patton o M1 Abrams sono stati distrutti da un Tank T-72?

Quanti F-16 israeliani sono stati abbattuti da  un Mig-23 siriano?

La risposta è semplice. Praticamente Zero.
Anche per un distratto osservatore contemporaneo dovrebbe essere chiaro che, a livello di aerei e carri armati, non c'è confronto tra equipaggiamento sovietico e occidentale inteso come F-15/F-16 vs MiG23/25 e M1 vs T-72.
Il destino delle forze armate siriane negli scontri con gli israeliani è un esempio concreto.
Del resto, ad esempio, il carro armato T-72 ha un sistema automatico di caricamento del cannone che tende a malfunzionare strappando via il braccio del cannoniere usando l'arto strappato al posto del proiettile. Molti equipaggi di T-62 siriani sul Golan sono morti soffocati nel proprio carro armato a causa di un sistema di ventilazione insufficiente (e che, in teoria, è progettato per consentire la sopravvivenza per giorni in un ambiente contaminato da radiazioni e gas nervini...).
Nessun pilota di caccia americano ha mai avvistato, durante la guerra del Vietnam, un MiG a più di 120 Km dal proprio aeroporto di partenza, dato che il raggio d'azione pratico dei MiG è raramente superiore ad un terzo di quello teorico.
Il famoso MiG 25 capace di superare Mach 3 e che ispirò un bel film di Clint Eastwood, aveva un'autonomia di poco più di 600 km reali e non aveva nessuna capacità di combattimento manovrato.
Altri esempi? La forza d'elite dell'aviazione sovietica, la PVO, ha fallito nell'intercettare il Cessna di Mathias Rust che riuscì ad atterrare sulla Piazza Rossa ( e se fosse stato un missile da crociera a testata nucleare?) Per non parlare dell'abbattimento del volo 007 della Korean Air Lines: a parte la tragedia umana per l'assassinio a sangue freddo di 269 innocenti, ben 4 intercettori supersonici si alzarono in volo per inseguire un aereo civile grosso e lento che volava ignaro di tutto ad alta quota in bella vista, ma solo 1 di questi caccia raggiunse il Boeing, gli altri fallirono l'intercettazione. 
E se fosse stato un bombardiere supersonico B1 in volo a bassa quota? 
Per non parlare dei servizi logistici sovietici, insomma il trasporto di gasolio, cibo, munizioni e rinforzi, strutturati all'incirca di un terzo di quelli occidentali... 
Gli esempi di inefficienza tecnica di carri armati, aerei e navi sovietiche potrebbero occupare centinaia di pagine, roba da far sembrare gli F-35 più performanti dell'Enterprise... 
Ma credo di aver dato un'idea.
Si badi bene, non sto sostenendo che l'esercito sovietico fosse una barzelletta. 
Sto affermando che in tempo di pace viveva in una forma di anarchia organizzata in cui i soldati di leva erano sottoposti ad angherie da parte degli anziani e gli ufficiali avevano altro da fare che prepararsi alla guerra vera.
C'era il caso che una volta distribuite le munizioni nelle compagnie meno coese ci si sparasse a vicenda. E del resto quello che è successo in Cecenia dove i sergenti vendevano le reclute ai ribelli è conferma sufficiente.
Sto affermando che per far fuori una compagnia di 12 carri armati tedeschi Leopard2 probabilmente non sarebbe bastato un battaglione di 40 carri armati T-72 e forse nemmeno un reggimento...
Tutte cose che hanno la loro importanza in un conflitto che poteva durare sì e no un mese.
La leadership sovietica queste cose le sapeva bene e le va riconosciuto di aver fatto, tutto sommato, la sua parte per evitare che il pianeta diventasse un cumulo di macerie radioattive.
Ah, ovviamente il tutto vale anche per le armi nucleari. 
Sfortunatamente su 1100 ICBM, per esempio, credo che sì e no i 300 nominati in The Day After si sarebbero levati in volo, una percentuale bassina ma, parlando di armi nucleari, più che sufficiente per far estinguere l'umanità...
Quindi no, una guerra nucleare non sarebbe stata vincibile da parte degli USA in nessun caso.
Trovo interessante che un falco come Tom Clancy e una colomba come Andrew Cockburn, ragionando fuori da schemi ideologici, alla fine siano giunti ad una medesima conclusione: alla fine le capacità operative dell'Armata Rossa non erano sufficienti a garantire la vittoria Sovietica sul campo di battaglia del Teatro Europa.
Ma se, per esempio, i falchi del Cremlino avessero fatto fuori Gorbacev e deciso di tagliare il nodo gordiano del confronto con l'Occidente invadendo i paesi della Nato come sarebbero andate le cose?
Come scrivevo prima, sempre quando ero ragazzino lessi un saggio di fantapolitica "La Terza Guerra Mondiale" di John Hackett, in cui i Sovietici pianificano una campagna quasi completamente convenzionale, usando, però, aggressivi chimici.
I sovietici, dopo un successo iniziale travolgente, si trovano logorati a causa delle loro insufficienze logistiche e della mancata conquista della superiorità aerea. Eccovi le cartine che tanto mi affascinarono all'epoca, tenete presente che era praticamente 'cronaca':



La Distribuzione  iniziale delle forze Sovietiche



Il Piano di Guerra Sovietico



inizia l'avanzata


in quattro giorni il Reno è raggiunto in Olanda


l'avanzata sovietica è bloccata ovunque


L'offensiva verso sud della 20° Armata della Guardia Sovietica è bloccata dall'aviazione NATO, contemporaneamente inizia la controffensiva NATO verso Brema con crollo del fianco destro Sovietico e fine delle ostilità


Ecco, io credo che le cose potevano anche andare così. Certo, molto sarebbe dipeso da chi avesse sferrato il primo colpo nella guerra aerea e da fattori politici diversi: ad esempio, la Romania non è mica detto che si sarebbe schierata con il Patto di Varsavia.
Una cosa, però, è certa.
Le moderne armi convenzionali sono di gran lunga più devastanti di quelle della Seconda Guerra Mondiale, quindi della Germania non sarebbe rimasta pietra su pietra anche nell'improbabile caso in cui gli eserciti contrapposti si fossero comportati decentemente verso i civili e non avessero usato nè armi chimiche nè armi nucleari.
Ci sarebbe molto altro da aggiungere, ad esempio:
i videogames che trattano dello stesso argomento;
La guerra nell'aria e sui mari;
Il ruolo dell'Italia.

Insomma, possiamo perderci un po' di tempo alla ricerca del perchè qualcosa che era dato per inevitabile, imminente e certo, poi, alla fine, non si è affatto verificato...

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