31 dicembre 2011

una chiacchierata non casuale.

Come forse qualcuno dei lettori sa, mi è capitato, anche nel recente passato, di collaborare al sito www.materatown.net . In origine, mediante un raccontino che chiesi di pubblicare anonimo. In seguito, quando la mia posizione è diventata pubblica, ho abbandonato l'anonimato nei commenti.
Effettivamente, avevo in mente di dilungarmi un po', non tanto sul sito che in gran parte apprezzo ( altrimenti non ci scriverei di quando in quando ), ma sull'intensità e la quantità dei commenti ai divertenti pezzi dell'ignoto blogger.
Considero un curioso e preoccupante segno dei tempi che il confronto sulla Satira sopravanzi in animosità quello dei talk show.
O, forse, data l'assenza di spazi di discussione adeguati ci si arrangia come si può e si finisce per mescolare scorze con le fave.
Inoltre, è da molto tempo che vorrei scrivere qualcosa su Star Trek per non parlare della bellissima serata che ho trascorso con le Comunità Capi di Matera 2 e Matera 3.
Ma nessuno di questi argomenti credo meriti il post di fine d'anno.
E neppure analisi e buoni propositi.
Credo, invece, che sia il caso di concludere l'anno con un fatterello che mi è capitato oggi.
Dunque, i lettori di questo blog sanno che, per quanto di sinistra piuttosto marcata, l'autore è piuttosto seccato per l'incapacità dei dirigenti del Partito Democratico di 'parlare' anche alla mia generazione, quella dei precari, dei senza diritti e dei senza pensione.
Chè siamo stanchi di essere chiamati alla lotta ( sempre nella fanteria, però, mai  come colonnelli o generali ) per l'Articolo 18 di cui non godremo mai, o contro i tagli alle pensioni ( altrui, che dobbiamo solo pagare ma di cui abbiamo conferma, nero su bianco, che non godremo mai ).
Grazie, noi preferiremmo che si parlasse anche di come sopravvivere al 2012 senza lavoro, con le risorse del paese bloccate nei privilegi mentre non si riesce a trovare neppure un misero miliardo per abbattere il digital divide, come dire che nell'ottocento il Re d'Italia si fosse rifiutato di costruire le ferrovie. Vabbè. Scritto da Matera non è un grande esempio.
Ma credo di aver reso l'idea.
Ho iniziato ad esprimere anche in Segreteria e pubblicamente questo tipo di insofferenza: chi del PD va in televisione si sforzi di raccontare come crede di affrontare il problema del lavoro anche dal punto di vista dei precari laureati.
Ecco, oggi mi è capitato di essere severamente, ma affettuosamente, contestato in questa mia linea:
I diritti vengono prima di tutto, sempre
Sono, infatti, diritti.
Trascendono la falsa ed artificiosa realtà economica in cui siamo calati.
Dimostrarsi seccati perchè sembra che si parli solo di astrazioni è fare il gioco dell'avversario.
L'avversario di tutti.
Che ha per obiettivo proprio la demolizione dei diritti come strumento di salvaguardia della Democrazia.
Ringrazio di cuore per la splendida lezione di Politica che ho ricevuto ieri da Vito e che ho riassunto qui in poche insufficienti righe.
Continuo a ritenere critica la mancanza di attenzione per i milioni di 'giovani' che non compaiono negli slogan mediatici del Partito Democratico.
E resto dell'opinione che alle future elezioni politiche, ad esempio, sarà il Movimento 5 Stelle a raccogliere i voti di milioni di miei simili sociali.
Con gravi rischi di rivalsa del PDL. Ma, appunto, se il Partito Democratico rende apparentemente suicida per la mia Classe la scelta di votarlo, cosa posso farci se non tentare di invertire la china come posso?
Eppure, l'aver ascoltato le parole di chi non ha nessun timore di continuare a combattere anche  da solo il declino democratico italiano, infonde un ottimismo inaspettato. E' vero, questo clima di fatalismo a cui sembra che siamo condannati quasi geneticamente è il nostro primo avversario.
Se gran parte dei membri della mia Classe sono ormai rassegnati a sopravvivere sull'aventino piuttosto che a reagire non è un qualcosa che possa frenare questo mio piccolo tentativo di personale rinascita politica.
Quindi?
Quindi inizio le 30 ore di rituali festeggiamenti gastronomici e, come unico proposito per il 2012, ho quello di tornare sul Ring quanto prima.
Il resto l'ho tutto in testa ma non riesco a dirlo.

Ah, dimenticavo.
La crisalide d'aria si sta aprendo.

27 dicembre 2011

Cronaca di un assassinio pubblicizzato

C'era una volta un piccolo dispositivo elettronico, economico ed efficientissimo.
Con duecento euro dava al suo utente la possibilità di navigare agevolmente sul web, controllare la posta elettronica, editare un documento alla volta, chattare e addirittura vedersi un film in mobilità, ossia in coda ad un ufficio postale ( lo so, questa non è un'applicazione universale, dubito che si facciano, nel resto del mondo, le code che si fanno in Italia alle poste ), in autobus, in albergo, alle riunioni pallose in cui si deve presenziare ma non si ha nulla da dire e / o ascoltare.
C'era una volta il netbook.
Ne sono stati venduti milioni di esemplari.
Ed ora pare, dico pare, che il fenomeno sia defunto.
Dell e Samsung, ad esempio, hanno deciso di abbandonarne la produzione.
Io, da soddisfattissimo utente del primo netbook Dell, mi sento in dovere di esprimere tutto il mio disappunto.
Certo, ci sono altre case produttrici, ma il mio disappunto non è relativo alla fine dei piccoli Dell, ma ad un ennesimo tentativo da parte delle multinazionali di fottere alla grande alla grandissima i propri consumatori.
Cos'è un netbook? 
E' un piccolo pc portatile dotato di cpu a bassa potenza e bassissimo consumo, con monitor 10" ( quindi meno di 25 cm di larghezza ) specificatamente progettato, in origine, per operare con Linux e garantire all'acquirente le specifiche funzioni di cui sopra: niente giochi, niente multitasking spinto, niente multimedialità ad alta definizione. 
Il tutto ad un prezzo inferiore ai duecento euri.
Ma, ovviamente, appena fiutato l'affare, le grandi corporations hanno ben pensato di snaturare il netbook, prima imponendo quella palla al piede ( con debito sovrapprezzo ) che è windows ( su computers con una potenza di calcolo da Pentium III ), poi spacciandolo come 'mini notebook' e causando più di un mal di pancia agli utenti che pensavano di comprare un piccolo computer e si sono ritrovati un piccolo soprammobile fallendo, ovviamente, nell'usare il netbook come singolo PC: "Non mi gira fotosciok, norton mi blocca tutto, non mi girano desims eccetera eccetera eccetera!"
Poi, il colpo finale: il tablet.
La moda del tablet, ossia un oggetto davvero concepito  per consentire praticamente la sola navigazione web in mobilità ( ma non ne possiedo uno e quindi non mi lancio in affermazioni categoriche ), ha innescato il tanto pernicioso meccanismo consumistico del 'rinnovamento forzoso'.
All'improvviso ( davvero: nell'arco di due mesi a cavallo dell'estate 2011 ) i netbook, di cui si presentava un nuovo modello ogni due per tre, sono scomparsi dalle vetrine dei siti specializzati.
Non solo. 
Il nuovo processore Intel Atom N 2600 / N 2800 che avrebbe dovuto sostituire la gloriosa serie N 550 / 570, ha incontrato successivi ed 'inspiegabili' ritardi, fino a saltare anche la stagione natalizia. E pensare che i primi netbook equipaggiati dal nuovo processore sarebbero dovuti uscire a Settembre 2011 mentre ancora oggi non sono nei negozi.
E con i primi esemplari di N 2600 che si sono dimostrati, prestazionalmente, una delusione (  a leggere le recensioni dei siti di cui sopra ).
Quindi, per i pochi 'nuovi ' netbook 2012, si prospetta uno scarso appeal.
No, niente manie complottistiche, semplice aritmetica.
Consideriamo un Netbook ideale.
Ossia un oggetto 10", dotato di CPU diciamo "N2800 come dovrebbe essere", ossia moolto più potente  della gloriosa CPU Atom N270 che ho sul mio vecchio Dell Mini 9 e dotata di minori consumi.
Un SSD da 64 GB.
3 porte USB di cui una 3.0, l'uscita VGA ed un lettore di SD.
Una porta di Rete.
Stop.
Questo oggetto, mettiamo a 250 €, mi consentirebbe di sostituire il mio Netbook e lavorare in mobilità.
Un oggetto come questo, di fatto, sottrae ingenti quote di mercato al segmento dei Notebook, dei nascenti ' Ultrabook' ( poi ne parliamo ) ed anche dei PC Desktop.
In pratica, le grandi multinazionali, si sono rese conto che per ogni netbook venduto all'acquirente consapevole  perdevano un assai più remunerativo notebook.
Il Netbook è uno strumento economico ed efficiente, chi lo compra consapevolmente poi non ha bisogno di costosi orpelli: orrore!!!
Ma cos'è un ultrabook? E' un clone dei macbook air.
Un Notebook da 13,3" molto sottile e abbastanza costoso, ma dotato di CPU tradizionali. La contemporaneità di assenza di Netbook adeguati e necessità di usare tecnologie di virtualizzazione mi sta spingendo verso questo segmento per il mio prossimo acquisto.
Tuttavia, ritengo assai grave questo tentativo forzoso da parte dell'industria di uccidere un oggetto utile, vitale  e ben riuscito come è il netbook in favore dei segmenti di Tablet ed Ultrabook.
Il Tablet fa solo una piccola parte delle cose che fa un netbook ad un prezzo di gran lunga superiore con gli stessi ingombri.
L'Ultrabook costa almeno tre volte il netbook ma del netbook ha solo la portabilità, essendo, in realtà , semplicemente un ultraportatile di cui si paga salata l'ambizione di somigliare ai più blasonati dei prodotti della Mela.
Quindi?
Quindi se riuscite a metter le mani su un netbook con atom N570 magari già dotato di ubuntu ( ce ne sono, ce ne sono, basta cercare... ) correte il rischio di fare un affarone.
Avrete a disposizione per qualche anno un oggetto che paghereste pochissimo ( meno di 200 € ) e con cui potrete fare molto.
Per ora Il Netbook è morto, viva l'Ultrabook!

16 dicembre 2011

Beni Comuni


È necessario un processo costituente per immaginare la società dei beni comuni e sovvertire l'ordine costituito fondato sulla crescita capitalistica. 

Così potremmo riassumere il bel dibattito a cui ho assistito oggi al secondo piano di Palazzo Lanfranchi.
L'incontro, organizzato da "Campo Libero", ha avuto come ospite il Professor Ugo Mattei che ha solo colto come pretesto la presentazione del suo libro - manifesto "Beni Comuni" per introdurre un ragionamento di più ampio respiro.
Io, di seguito, riporto le mie impressioni, ma sia chiaro che potrei aver commesso un sacco di errori di comprendonio e di trascrizione, quindi eventuali bestemmie concettuali vanno ascritte solo alla mia pochezza di cronista.
Le persone fisiche sono mosse da molti fattori: le persone giuridiche sono mosse esclusivamente dalla strenua volontà di massimizzare i profitti.
Le persone fisiche sono consapevoli di dover morire, quelle giuridiche sono, invece, consapevoli di poter diventare virtualmente immortali se riescono a massimizzare i profitti.
Le corporations possono diventare più forti degli stati stessi.
E non solo degli stati deboli del terzo mondo.
Di fatto, gli interessi privati hanno preso il sopravvento su quelli pubblici.
Acqua, No TAV, Nucleare, Ponte sullo Stretto, Crisi del Debito, Spread, abrasione dei diritti dei lavoratori, sono tutti concetti e parole sintomo della grave malattia che è la Crisi della Democrazia Rappresentativa.
Perchè, ad esempio, l'attacco al debito italiano è solo un tentativo ( riuscito ) di uscire dalla crisi saccheggiando democrazia e diritti.
Si è costruito uno "Stato di Necessità" tale per cui "Si devono placare i mercati", ossia si deve affidare l'agnello al lupo.
L'Italia è il paese occidentale in cui il debito è cresciuto meno dall'inizio della Crisi, mentre i mercati non hanno 'pensato' di attaccare i paesi in cui la crescita del debito sia stata esponenziale.
Ma l'Italia, come la Grecia, attraverso il Referendum sull'acqua e altre prese di posizioni forti anticorporation della sua opinione pubblica, si è mostrata pericolosamente disallineata nei confronti del predominio globale delle "Persone Giuridiche"
La Crisi non è una crisi globale, è una crisi dell'Occidente, una crisi di eccesso di Crescita.
L'Italia non ha un problema di crescita: come facciamo a crescere se non facciamo più figli? A cosa serve crescere se possiamo permetterci di cambiare cellulare ogni mese? Crescono i paesi con alta natalità. Crescono i paesi che devono risolvere i problemi primari.
L'Italia ha un problema differente: quello di ridistribuire adeguatamente la ricchezza.

13 dicembre 2011

Un passettino nella direzione giusta

Un brevissimo post sul recente inserimento nelle normative nazionali della possibilità, per le Pubbliche Amministrazioni, di acquisire software libero.

Ecco il testo dell'emendamento approvato:

"(Introduzione utilizzo software libero negli uffici della PA per la riduzione dei costi della PA)
1.All'articolo 68 della legge del 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni ,al comma 1 sostituire la lettera d) con il seguente:
"Acquisizione di programmi informatici appartenenti alla categoria del software libero o a codice sorgente aperto."

E' evidente che, non inserendo alcun obbligo di usare formati aperti e, a parità di funzione, il software libero al posto di quello proprietario, dubito che la cosa sia risolutiva.
Ma, ovviamente, il primo passo per curare la malattia è conoscerne il nome.
Un primo passo, appunto.
Mi auguro che il Partito Democratico presenti quanto prima un emendamento più o meno del tipo:

"(Introduzione utilizzo software libero negli uffici della PA per la riduzione dei costi della PA)
1.All'articolo 68 della legge del 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni ,al comma 1 sostituire la lettera d) con il seguente:
"Acquisizione obbligatoria di programmi informatici appartenenti alla categoria del software libero o a codice sorgente aperto."

Non mi stancherò mai di ripetere che il software libero non è solo risparmio, ma anche sviluppo e libertà.

7 dicembre 2011

ti tagliano la pensione del 10%! Sei arrabbiato? E perchè? 0 x 0,9 sempre 0 fa

Abbiate pazienza, ma io pago la pensione sia al ricco (5000 € ) che al povero ( 700 € ) che, magari, ha lavorato in una vita meno di quanto abbia lavorato io in 10 anni ma prende una pensione molto maggiore di quanto in teoria prenderò io nel 2055. Perchè, appunto, io in pratica la pensione la pago solo agli altri ma non l'avrò mai. Cari sindacati, cari (alti) dirigenti del PD, almeno guardatemi: il futuro sono io, per favore non vi chiedo di fare qualcosa per me, ma almeno non mi chiedete di indignarmi per l'innalzamento dell'età pensionabile, concetto di cui già in passato, col vostro agire, avete reso ossimorico il significato. Soprattutto il PD dovrebbe rendersi conto che sono io il suo dirigente-elettore medio del futuro: un precario laureato con reddito inferiore a quello di un cassintegrato fiat.
Si iniziano già ad intravedere le colossali conseguenze politiche a medio termine derivanti dall'aver appoggiato il governo Monti invece di essere andati alle urne.
Adesso, per i miei concittadini, di memoria notoriamente volatilissima, sarà una banalità dare la colpa della catastrofe al Partito Democratico di Bersani con l'ovvia e banale conseguenza di rischiare di avere nel 2013 di nuovo il Papy in sella.
Almeno parlate, dite, esplicitate il progetto che è tanto ben scritto nell'opuscoletto che, in quanto membro della Segreteria locale, mi sono potuto leggere.
Urlate che quando toccherà a noi si partirà dal Lavoro, che annullerete il deficit di botto prendendo il sangue dagli speculatori edilizi liberando per di più risorse per l'economia spostando il risparmio dal mattone alle energie rinnovabili, all'economia verde, alla rivoluzione del Web 3.0!
E basta a parlare di pensioni a chi la pensione la deve solo pagare e non l'avrà mai! Io inizio ad irritarmi anche solo a leggere certe cose. Lo scrivo chiaro: se dovessi scegliere tra vivere così e vivere in maniera dignitosa in un'Italia che mi consenta di lavorare e crescere ma senza pensioni non avrei dubbi: abolitele, 'ste pensioni, per me non fa differenza! Mi fa differenza avere un web decente, una casa a prezzi accessibili al mio reddito ridotto al 40% di quello dei miei genitori, scuole ed ospedali in un ambiente pulito.
Datevi una mossa. A parlare.
Se neppure parlate, chi (ci)vi crederà?

5 dicembre 2011

Einstürzende Neubauten

La sabbia e la ghiaia, l'argilla, così, a prima vista, non sembrano tutto 'sto gran che di materiali preziosi. Uno, magari, penserebbe all'oro, all'argento ( e pure al rame con quello che costa )  come elementi di concentrazione della ricchezza.
E, appunto, si sa: l'oro e l'argento è meglio nasconderli, sia ai ladri che alla guardia di finanza.
E non è neppure troppo difficile farlo, soprattutto a queste latitudini.
Tuttavia, non è nei metalli nobili che i modesti ricchi italiani hanno concentrato le loro ricchezze.
E' nel cemento.
Nei cavalcavia incompiuti.
Nei palazzi, nelle villette, nei caseggiati di periferia.
Case su case, fino a coprire il dieci per cento ed oltre del territorio nazionale di cemento.
Case accumulate sul ridicolo di un rapporto domanda - offerta di uno a tre, praticamente, nella mia Città.
Di queste case non accatastate neppure, tenute sfitte e vuote secondo logiche speculative, non se ne può parlare. Ai proprietari, a costoro, non si può chiedere di partecipare al problema del debito neppure nella stessa misura a cui lo si chiede ad un operaio.
Tabù.
Vietato.
Eppure questa forma di speculazione è dannosa da più punti di vista.
Vendere a cento quel bene primario che, secondo il liberismo più classico, dovrebbe magari costare trenta, implica l'impossibilità di investire quei settanta di più in innovazione ed attività produttive. Un continuo stroncare nella culla ogni velleità di impresa per i giovani.
Per non parlare dell'abnorme danno ambientale, inteso, questa volta, in termini puramente economici che la cementificazione selvaggia porta alla Collettività.
Non ci siamo, caro Governo Tecnico.
Tagliatevi gli stipendi, tagliate i costi della politica se ci riuscite, ma è solo una soddisfazione simbolica per chi vive in sospensione del tempo.
I Soldi per pagare il debito sono immobilizzati nei palazzi nuovi che cadono già, perchè deserti e mai abitati, perfettamente visibili nel buio delle loro facciate tra le luci di natale di chi vuol farci credere che Natale sia fatto di luci intermittenti, magari per aumentare ancora a nostre spese i propri intangibili patrimoni.
I patrimoni che ci sono, visibilissimi nei suv, nelle ville, nelle proprietà immobiliari, nello stile di vita che spingeva il passato governo ad affermare che "la crisi non c'è perchè i ristoranti sono pieni".
Visibili per tutti salvo per quelli che dovrebbero.
E così di nuovo pensioni, ceto medio, provvedimenti anticrescita.
Niente di nuovo sul fronte occidentale.

4 dicembre 2011

500

Ho superato da qualche tempo la soglia psicologica dei 500 post.
Beh, è una cifra tonda, ma non ha di per se un significato particolare.
Ha qualche significato solo dal punto di vista della vitalità o, meglio, dell'ostinazione logorroica del sottoscritto.
E' vero, l'Onda di Facebook e compagnia bella sta sommergendo il web, spazzando via molti contenitori più tradizionali.
Twitter impone pochi caratteri, Facebook parecchi di più ma non sono luoghi dove sia possibile esprimere concetti estesi ed organici in maniera trasparente e pubblica.
Questi due social network hanno la loro importanza e la loro funzione, ma non sostituiscono gli spazi in cui è possibile e doveroso analizzare le questioni in tutta la loro complessità.
Se non fosse tragica, sarebbe comica la pretesa dilagante tra i più non solo di rifiutarsi di leggere neppure una paginetta A4: per noia? Incapacità di concentrazione? Pigrizia? Fate voi... Ma anche,  contemporaneamente, di ritenersi informati sui fatti ed autorizzati ad esprimere pubblicamente opinioni basate sulla pochezza delle informazioni che si è scelto di acquisire.
Con gli ovvi ed evidenti risultati.
Se la neolingua imperante vorrebbe obbligarci alla sintesi spinta oltre l'insufficienza è mio diletto insistere ad esprimere il mio pensiero per esteso.
Continuerò, quindi, ad esprimere le mie opinioni su quel po' di geopolitica che capisco, su quel po' di Scoutismo a cui posso ancora partecipare, su GNU / Linux e su tutto quello che di interessante avrò la forza di condensare qui, su questo server.
Questo blog nel suo manifesto porta lo scoutismo e linux come temi principali.
Molti altri hanno fatto la loro comparsa e spero di avere tempo ed energie per non abbandonare questa mia testimonianza scritta.
Vediamo, quindi, un po' di numeri:
da queste parti siamo passati in 15mila dal maggio 2009.
In genere, una quarantina di lettori viene a curiosare ogni giorno.
Il Post preferito dai miei lettori è "Danza la Vita", con 620 visite, a cui seguono i post tecnici sulla Spiritiera, la recensione delle Benevole di Littel e, a sorpresa, il mio confronto - analisi tra le spese militari di Svezia ed Italia di esattamente un anno fa.
Il valore che do ai miei post, come ho scritto poco fa, è quello della Testimonianza.
Tornando a ritroso nel tempo, leggendo le cose che ho scritto in passato, è un sollievo ritrovare una coerenza di idee ed azioni che è bene sia conservata in un ambiente in cui mi è capitato di  essere accusato di aver detto "A" adducendo anche un video in cui invece dicevo "B". 
Del resto, come diceva Daniele la settimana scorsa ad Ostuni, di questi tempi, in queste lande, parlare vale di più che dire la Verità. Figuriamoci a scriverla ;)
"L'inverno e la Rosa", quindi, continuerà sulla stessa linea di sempre.
Ringrazio i 17 lettori fissi, quelli che mi seguono mediante feed rss ed i 12 lettori abbonati mediante networked blogs da Facebook.
Spero di non annoiarvi troppo.
499, 500, 1000 post, sono solo numeri.
Le parole ed i pensieri, invece, sono vita.


2 dicembre 2011