31 luglio 2011

Bonus Benzina, la goccia che farà traboccare il vaso?

Bonus benzina.
Già.
L’argomento del giorno.
Ma perchè, poi?
E’ una cosa già vista, trita e ritrita.
Dunque, vediamo un po’:
c’è una piccola regione del sud con delle risorse che sono sfruttate a livello Nazionale con gravi ripercussioni ambientali locali e assai piccole ricadute sul territorio di origine a livello di occupazione, sviluppo e benessere.
Anzi, data la peculiare vocazione turistica ed agricola, con gravi danni economici.
I Berluscones nazionali e locali promettono che agli abitanti di questa piccola regione lo stato restituirà due lire a testa, un paio di pieni all’anno di carburante.
Ovviamente, con una procedura che è durata anni per essere avviata ed implementata nel modo più redditizio per qualcuno e più scomodo e dispendioso possibile per le popolazioni beneficiarie.
Poi, come da copione, arrivano i leghisti e leghistoidi e anche quel piccolo, inutile, offensivo risarcimento è portato via in perfetto stile “Sceriffo di Nothingam”.
Della promessa berlusconiana svanita come tutte le altre peggio che in nulla: in danno, non mi meraviglio, roba di ogni giorno.
Non mi cambia la vita poter fare un pieno gratis all’anno.
Ma la cosa che mi fa indignare e spero che faccia anche muovere chi può è l’arroganza del ricco Nord che sfrutta le nostre risorse e ricorre contro il minimo risarcimento che per tanti padri di famiglia lucani una differenza potrebbe anche farla.
La tracotanza dell’anticultura leghista spero aumenti, perchè ormai siamo arrivati ai livelli in cui costoro minacciano la nostra stessa sopravvivenza fisica.
E questo vale per i cattivi del Nord, che meglio di me dipinge il veneto Tullio Avoledo nei suoi romanzi.
Ora torniamo in famiglia, in Basilicata.
Perchè se il rullo compressore berluscoleghista sbriciola il nostro futuro è pur vero che ciò gli è consentito dalla pochezza e dall’autoreferenzialità della nostra classe politica locale.
Perchè questa vicenda dubito che si trasformerà, come sarebbe giusto, in uno scatto di indignazione della popolazione come quello che salvò la Lucania dal destino di pattumiera nucleare.
Chi, dei nostri assessori regionali, che pare siano stati scelti direttamente tra le fila del PDL, andrà oltre il banale comunicato stampa di indignazione?
Chi si farà mai promotore di azioni e non di comunicati per difenderci dai nuovi espropri dei neocolonialisti leghisti?
Perchè non possiamo mai riuscire a difendere ciò che è nostro?
E non mi riferisco solo al petrolio.
Parlo dell’acqua, parlo del Sole e soprattutto, parlo dei migliori figli di questa terra che sprechiamo in assurde spinte all’emigrazione, in lavori umilianti e nell’oblio della vita!
Perchè non possiamo semplicemente imporre il nostro diritto, non solo a ricevere la giusta quota di royalties per il nostro sviluppo, ma ad imporre che gli appetiti delle compagnie petrolifere ( e chi per loro ) siano subordinati allo sviluppo locale impedendo le devastazioni ambientali di estrazioni petrolifere che a tutto servono salvo che a favorire programmazione organica che faccia della Basilicata una terra esportatrice di Energia Pulita e che si sviluppi sulla sostenibilità ambientale e sul turismo invece di continuare a dissanguarsi per i comodi di questi signori in camicia verde?
Lo sapete, vero, che la Basilicata ha tutte le potenzialità per sfruttare le fonti rinnovabili per rendersi non solo energeticamente autosufficiente ma per esportare addirittura energia pulita presso i nostri vicini?
Ma no: qui si parla solo di petrolio o centrali mostro come il Mercure!
Io credo che ci siano le condizioni per usare questo vergognoso episodio ( non la decisione del TAR, i tribunali fanno il loro dovere su una legge imperfetta, ma la semplice richiesta leghista di scippare i nostri diritti ) per reagire.
Reagire nei fatti.
Adesso.
Dopotutto, in migliaia e migliaia sono stati in coda.
Non credo che gli basterà un arrivederci e grazie!

27 luglio 2011

Imperdibile: Genova01 di Fausto Paravidino sul podcast di RADIO TRE

Non so per quanto tempo, ma Radio TRE ( dico, Radio TRE, giusto per rammentare a lor signori tutti che le differenze esistono ) ha appena messo sul suo sito di podcast l'intero mp3 dello spettacolo teatrale dedicato ai fatti di Genova di Fausto Paravidino.
Cliccate sul titolo del post per avviare il download.
Brutale,
sconvolgente,
reale.
Difficile ascoltarlo fino in fondo, io non ci sono riuscito ancora.
Mi viene la nausea.

26 luglio 2011

gott mit uns

Per fortuna il mio Dio non è con voi.
Non sono affatto sicuro che sia con me, questo è ovvio. ( Più precisamente non sono affatto sicuro di essere io con Lui, ma non è un'espressione abbastanza scenica ).
Che un fascista faccia il fascista dedicandosi a quello che i fascisti sanno fare di meglio, ossia lo sterminio di innocenti, non mi meraviglia affatto.
E non dovrebbe meravigliare nessuno di voi ( cari lettori ).
Si dicono parole ripugnanti come " razza, morte ai negri, a fuoco gli immigrati, l'islam ci attacca, fuori i meridionali, morte ai sionisti assassini " e poi come si fa a meravigliarsi che alle parole non seguano i fatti?
Così è sempre stato su questo piccolo pianete.
Prima si parla, poi ci si attrezza, quindi si agisce.
Certo, ad agire in media è solo una piccolissima frazione di chi parla, ma storicamente è sempre più che sufficiente per innescare l'orrore.
Svegliatevi, cari signori.
I fascisti sono relativamente abbondanti, organizzati e preparati.
Credete che ascoltare un giorno le sparate del leghista di turno e l'altro le alzate di ingegno dei fiancheggiatori della carta stampata del partitoazienda più bello d'Europa vi mitridatizzi dal rischio?
Non sono solo parole quelle che son cagate dalle bocche di certi parlamentari e certi iscritti all'ordine dei giornalisti.
Sono premesse.
La strage di Oslo è basata su una precisa linea d'azione direttamente riconducibile a quella grande famiglia di intolleranza e xenofobia che ha devastato l'Europa sessant'anni fa.
Io non mi sono meravigliato per l'accaduto.
E' solo questione di tempo
Consiglio, a riguardo, la lettura de "L'uccello che girava le viti del Mondo" di Murakami per poter avere un esempio di come il fascismo si annidi come metastasi anche in società culturalmente e socialmente assai avanzate e di come sia l'incredulità dei più a mantenerne la forza.
Per non parlare della cruda sintesi che si può trarre dai nostrani romanzi di Tullio Avoledo sugli effetti pratici del pensiero leghista abbandonato ad una probabile e naturale evoluzione verso la tragedia.
No, cari lettori.
Non c'è nulla da meravigliarsi.
Il pensiero fascista ( si badi che non uso il termine neofascista ) diventa azione fascista molto spesso anche da queste parti.
In questa via, in questo quartiere, in questa città.
Per non parlare di quello che avviene sul mare, in Libia, sui monti della Val di Susa.
Ma in un'Italia in cui è possibile militare contemporaneamente in un'organizzazione di destra xenofoba e nei boyscout non è plausibile aspettarsi che i singoli immuni al retrovirus del fascismo si allarmino sul serio.
Che inizino a pretendere con decisione la fine dei comportamenti xenofobi e fascisti.
Perchè, banalmente, in testa, nel cuore, non ci credono.
Perdonano.
Passano oltre.
Increduli che il fascismo sia già qui.
Quello dei nonni, non quello dei padri.
No, Breivik non è solo.
Soli, siamo noi.

24 luglio 2011

Come funziona la Spiritiera, una brevissima guida all'uso

Ok, mi avete convinto.
Sembra che su questo blog una buona parte dei visitatori sia arrivato solo per capire come funziona il marchingegno in questione.
Allora, dato che ho un po' di esperienza a riguardo, vediamo di condividerla.
Io uso una Alcopot 20, comprata alla rivendita scout. 


Immagino che le cose non siano molto differenti per altri modelli.
Prima cosa: l'alcool!
Ci vuole un po' di fortuna, nel senso che dovete provare la marca migliore. Scartate gli alcool profumati, questo è il solo consiglio che posso darvi. Dovete provare e capire quale sia la miglior marca. 
Certo, la spiritiera va anche ad altri combustibili,  ma, per ovvi motivi di sicurezza, non userei la benzina... 
Iniziamo, infatti, dalla Sicurezza.
Punto uno: il combustibile non si trasporta nel fornello, nè in una bottiglietta di plastica per risparmiare peso. Lo si trasporta nell'apposita trangia:



Ve ne sono di vari tipi e misure, ovviamente per un breve pernottamento o per una route con numerosi punti di rifornimento è meglio averne una piccola, ma è fondamentale che non si trasporti mai il combustibile altrimenti. 
Punto due: non si lascia nel fornello combustibile inutilizzato: si spargerà immancabilmente nello zaino con ovvie conseguenze.
Uno dei vantaggi principali della spiritiera è di non dover dipendere dalle pericolose e non sempre disponibili bombolette di gas: se siamo così fessi da vanificarle il vantaggio è meglio rinunciare e dedicarsi ad altro.
Il cuore della spiritiera è il fornello:



Non va riempito fino all'orlo, ma per 2/3. Per esperienza so che una carica basta per cucinare un pranzo completo. Come si accende il fornello? 
Con un fiammifero.
Non con l'accendino.
Cioè, potete anche usare l'accendino, ma per accendere un rametto con cui accendere poi il fornello. Perchè? Ma perchè l'alcool dei supermercati non si accende poi così facilmente.
Soprattutto d'inverno.
Quindi, avrete senz'altro più successo se accendete un fiammifero lungo, aspettate che sia ben acceso, insomma, quasi consumato a metà e lo avvicinate al fornello.
Che si accenderà.
Ma, se il combustibile è freddo e voi ritirate il fiammifero, probabilmente si spegnerà subito dopo.
Infatti, il trucco è nel riscaldare il combustibile in modo che una sua frazione evapori in misura maggiore di quella naturale, prendendo fuoco.
In pratica, se immergete il fiammifero nell'alcool avendo cura che una parte ( accesa ) resti libera sopra il pelo dell'alcool riuscirete facilmente ad innescare questo meccanismo di riscaldamento ed accensione.
Tenete presente che non è possibile regolare la fiamma, almeno con immediatezza, quindi per cucinare vivande diverse dalla pasta dovrete agire sull'altezza della pentola rispetto alla fiamma. Certo, potreste anche provare a parzializzare la luce del bruciatore, ma mi sa che è più complicato che tener sollevata la padella...
Dopodichè per spegnere la spiritiera non dovrete far altro che mettere sul fornello il suo coperchio ( o equivalente ) e amen.



La spiritiera si monta, all'incirca, come in figura:



Tenete presente che le combinazioni possibili sono almeno un paio, ma se vi rendete conto che il fornello si spegne vuol dire che avete messo le cose in maniera da impedire l'afflusso d'ossigeno...
Il Secondo grande vantaggio della Spiritiera è che è praticamente immune al vento.
Scordatevi i tentativi di difendere il fornello a gas con materassini e ripari improvvisati. La nostra spiritiera se la ride delle condizioni meteo.
Inoltre, rispetto al fornelletto medio  (quello da 5 €, intendo ) è assai più rapida nel portare ad ebollizione l'acqua.
Il Terzo Vantaggio ( ma ce ne sono sicuramente altri ) è nel fatto di essere già di per se leggera. Inoltre, in una spiritiera magnano due persone  ( ed anche tre ) ma nel suo peso include anche la gavetta! Quindi, per una pattuglia di R/S, una spiritiera da sola fa da pentola, fornello e gavetta venendo a pesare assai meno del complesso fornelletto + 2 gavette + bombole.
Certo, ci sono anche gli svantaggi: è poco pratica per farsi il caffè. Cioè, non che la caffettiera non funzioni bene, semplicemente è un oggetto che richiede il suo tempo per la messa in opera e non è immediato come il fornelletto a gas.
Quindi, se dovete fare un pranzo completo sarete probabilmente i primi a mangiare, di contro, sarà una scocciatura preparare l'armamentario per farsi un caffè durante una sosta.
Che altro aggiungere? Prudenza, sicurezza e buon appetito:


23 luglio 2011

Genova 2001, la chiave del futuro d'Italia

Ho già scritto, in passato, dei fatti di Genova.
Non è la prima volta, non sarà l’ultima.
Purtroppo.
Non so se sia più grave, insopportabile e devastante un uomo adulto fisicamente prestante con addosso la divisa di un corpo dello stato che massacra di botte a manganellate una ragazzina inerme di vent’anni ( innocente sia a priori che posteriori ) o uno Stato che ne copre le atrocità.
La rabbia e la nausea di dieci anni fa mi rincorrono ad ogni anniversario e commemorazione.
L’ansia ti sorpassa ad ogni posto di blocco.
Come fai a non essere sicuro che qualcuno lì non sia stato alla Diaz o a Bolzaneto e gli venga in mente di ripetere il giochetto?
Non puoi.
Non puoi perchè nessuno di quelli che hanno fatto irruzione alla Diaz e proseguito nel macellare innocenti inermi a Bolzaneto è stato sbattuto fuori dal Servizio dello Stato.
Ergo, in poche parole, lo Stato, la Repubblica Italiana, dico, è attualmente ancora complice di quelle atrocità.
Terrore.
Orrore.
Denti Rotti.
Ossa spezzate.
Coma.
I debilitanti effetti di gas tossici che, se usati da un dittatorello ostile, avrebbero provocato una grandinata di bombe a guida laser.
Ansia e angoscia per dieci anni per centinaia di persone.
Come può, la Repubblica, quantificare il dolore, l’umiliazione, i traumi fisici e psicologici di centinaia di persone seviziate, umiliate e ferite dai propri corpi di sicurezza?
La prova generale del Golpe antidemocratico si schiantò sulle ossa e sui denti di ragazzi innocenti. Coi black block lasciati liberi di devastare Genova e le manganellate sui boyscout e nonviolenti: delle due l’una: o tutte le forze di sicurezza erano costituite esclusivamente da vigliacchi incapaci di affrontare i cattivi e assai volenterose nel massacrare gli inermi o è provata l’esistenza di una Regia il cui scopo divergeva completamente dal matenimento della sicurezza pubblica.
Ma, dopo il massacro, è seguito solo il silenzio.
Perchè i processi hanno sicuramente significato qualcosa, ma la ferita è aperta.
In suppurazione.
E, purtroppo, queste cose sono note.
Dette e ridette, scritte e riscritte in libri, articoli, documentari, canzoni.
Le evito tutte.
Mi suscitano un sentimento misto di rabbia e nausea. Con una punta di disperazione.
Ma, poi, bisogna anche pensare a come uscirne.
Se questo Paese deve salvarsi non può prescindere da ricucire questa piaga.
Io credo che dare una risposta alle domande scritte col sangue nel luglio del 2001 non sia solo una questione di giustizia ( con la minuscola ).
Certo, la giustizia è fondamentale per il ripristino della convivenza civile.
Ma, ancor di più, lo è la Verità.
I membri delle forze di sicurezza devono dirla.
Lo Stato deve dirla.
Alle vittime deve esser chiesto scusa.
Le vittime devono essere risarcite.
Non credo sia necessario, nel senso letterale del termine, mettere in carcere chi ha falsificato le prove ( atroce l’episodio delle false molotov ) e neppure chi ha torturato e macellato innocenti.
Non servirebbe alla riconciliazione nazionale, disperatamente necessaria dopo vent’anni di stupri della cosienza collettiva.
Ma è necessario che i membri delle forze dell’ordine ed i responsabili politici debbano andarsene.
A casa.
Minacciare di infilare un manganello nella vagina di una manifestante poco più che maggiorenne ed incolpevole di qualsivoglia reato è incompatibile irrevocabilmente con la permanenza al servizio dello Stato.
Almeno di uno Stato sedicente democratico.
Per quel che vale, il Partito Democratico che vorrei questo direbbe: Verità e giustizia per Genova sono le fondamenta per la rinascita dell’Italia.
Centinaia di migliaia di onesti servitori dello Stato, che tacciono perchè sono consapevoli dell’inutilità di certe parole, attendono di vedere costoro espulsi con la stessa ansia delle vittime.
E degli altri milioni di cittadini Onesti.
Verità e Giustizia per Genova.
Prima sarà, prima tornerà la luce su questa povera Italia.

20 luglio 2011

La Linea

In questi giorni, in queste ore, circa duecentomila tra ragazzi ed adulti, in Italia, si stanno preparando o sono già al Campo, sulla Strada.
A loro tutti, tutti scout, di tutte le associazioni, va il mio pensiero ed il mio ringraziamento.
E' piuttosto banale che il mio pensiero vada a tutte le persone che mi sono vicine e che so impegnate in uno sforzo intenso e pieno di fatica e coraggio.
Non è, però, banale che vi vada anche il mio ringraziamento.
Su queste pagine, l'Agesci è stata criticata più volte ma, i miei lettori più attenti l'avranno già notato, non è mai stato criticato  lo Scoutismo.
Ringrazio di cuore gli scout d'Italia perchè riengo che rappresentino un organismo sano all'interno di un ecosistema malato: l'Italia del tempo presente, appunto.
Ringrazio i bambini di sette anni per il loro coraggio nell'abbandonare la famiglia e scoprirsi grandi assieme agli altri sopportando anche il dileggio dei figli della telepornocrazia.
Ringrazio i ragazzi in età da Esploratori per la cura con cui si preparano ad affrontare le crude privazioni del Campo e la serietà con cui si preparano a vivere in simbiosi con se stessi, la natura, ma soprattutto 'gli altri'.
Ringrazio i Rover e le Scolte che sotto il sole, lo zaino e la pioggia, lungo una strada che è un'unica salita, trasformano, nella fatica, 'gli altri' in Comunità, portando il proprio Servizio in periferie e valli, spogliandosi del superfluo e germogliando Speranza.
Ringrazio, poi, i Capi, il cui Servizio è alla base di un movimento internazionale che non ha eguali.
Certo, gli scout sono un bersaglio facile.
Facilissimo.
Le associazioni ed i singoli gruppi scout sono tutt'altro che perfetti: dopotutto sono organizzazioni umane.
Ma, in coscienza, non ho ancora incontrato un'altra organizzazione migliore per la formazione di Cittadini Responsabili, presente sul territorio, nelle periferie mafiose, capace di avere un progetto di Pace anche per il conflitto arabo - israeliano attraverso le route congiunte di scout italiani, ebrei e palestinesi.
Certo, esistono sicuramente associazioni di volontariato più efficienti e di incredibile utilità ed efficacia per la collettività, ma qui non sto solo parlando solo di persone che portano aiuto, parlo di un Metodo Educativo globale che nello Scoutismo Italiano si è concretizzato in una vera e propria gemma di coerenza, civiltà e cultura.
Il diritto alla critica al Movimento non solo è legittimo, ma è anche caldamente accettato, direi quasi benvenuto.
Perché ci mantiene sani.
Anche se proveniente da rappresentanti di istituzioni completamente screditate nei loro rispettivi compiti come la scuola, l'università, la stampa o la politica partitica.
Lo Scoutismo Italiano è una delle poche famiglie di organizzazioni che semplicemente funziona nell'Italia del 2011.
E non solo funziona: è senz'altro parte fondamentale del residuo collante che tiene insieme il Paese.
Gli scout sono presenti nelle Calamità e nella lotta alla Mafia, nel recupero sociale e nell'accoglienza all'immigrazione. Sono una forza che ogni anno consente a parecchie decine di migliaia di ragazzi di scolpirsi nell'anima la correttezza, il rispetto e la solidarietà. Per ogni generazione di italiani, facendo due calcoli col pallottoliere, 3-500 mila di loro sono stati  scout. Banalmente, lo scoutismo li rende allergici alla possibilità di gettare una carta a terra, saltare una coda o parcheggiare in doppia fila.
Non mi azzardo ad affermare che se non ci fossero ( stati ) gli scout in Italia il Paese sarebbe da tempo collassato sotto lo strapotere dell'inciviltà, maleducazione e prepotenza ma poco ci manca.
Lo scoutismo italiano è parte fondamentale della Linea che ci separa dalla Barbarie.
Certo, assieme a mille altre Realtà ed alcuni milioni di concittadini. Non troppi. Purtroppo.
Ma, si spera, abbastanza per resistere e contrattaccare.
Ecco perché ringrazio di cuore tutti gli Scout d'Italia che vivono in questi giorni l'apice del loro anno associativo.
Li ringrazio perché ogni tenda piantata sulla roccia, ogni passo fatto in salita con lo zaino, è un contributo concreto, fisico, per la salvezza di questa povera Patria.
Né più, né meno.
Buona Strada!

18 luglio 2011

Il Giardino degli Dei

La fatica dello zaino diventa una dipendenza.
Ogni tanto, il suo richiamo diventa così forte da travalicare la mia naturale accidia.
Così, in una torrida giornata d'estate, con un equipaggiamento minimo ma con la grinta al massimo, ci spingiamo nuovamente sui sentieri del Pollino.
Da Matera occorrono circa due ore per raggiungere il parcheggio situato sotto il Santuario della Madonna di Pollino. In pochi minuti ci prepariamo, sostituiamo i sandali con le scarpe da trekking ed indossiamo gli zaini a mo' di corazze.


La salita lungo fosso Jannace è dura, ma sappiamo che non è il peggio.
Fosso Jannace è un luogo pittoresco, adatto alle famiglie, bellissimo al disgelo quando sembra un ruscello da fiaba. Ora è secco, percorso da nugoli di insetti e desolatamente in salita.
Alla fine del percorso, ci concediamo una sosta con relativo panino subito prima del ponte di legno che porta al piano. 
Abbiamo deciso di portare con noi solo panini, sia per non doverci trascinare appresso anche il necessario per cucinare sia per evitare problemi con le fiamme libere: infatti abbiamo anche rinunciato al lamparo a gas e, dato che non abbiamo intenzione di accendere fuochi, abbiamo usato una lanterna a led, efficace ma un po' troppo pesante.
Mentre saliamo al piano deviamo dal sentiero per lanciarci in uno spettacolare ma faticoso azimuth attraverso il bosco per poi sbucare sui piani un centinaio di metri a sud della fontana di Pittacurc ( o comesiscrive! )
Qui facciamo rifornimento di acqua e riempiamo anche le bottiglie di plastica che abbiamo portato appese agli zaini vuote: lassù acqua non ce n'è e prevediamo di restarci più di 12 ore.
L'ultimo pezzo di scalata, quello tra i piani e la cima di Serra di Crispo è davvero duro, più che altro a causa della stanchezza: arriveremo in alto ben 4 ore e mezzo dopo la partenza.
Il Paesaggio del Giardino degli Dei è indescrivibile, dovete accontentarvi di qualche foto o rassegnarvi a sudare per arrivarci.








A duemila metri ( 2053, per l'esattezza secondo la carta ) le prospettive cambiano un po'. Si riflette sulla volontà e la determinazione necessarie per arrivare fin lassù e sulla speranza che la difficoltà ( relativa ) dell'impresa contribuisca a preservare quei luoghi dall'incivile orda che impazza poche centinaia di metri più in basso.
Montata la tenda ci siamo dedicati a guardare e goderci il paesaggio.
I colori del tramonto, di un delicato pastello, ci hanno accompagnato fino ad una cena frugale ma saporita.
Poi, la stellata notturna è stata solo di antipasto allo spettacolare scenario del Giardino degli Dei illuminato praticamente a giorno dalla Luna, ancora quasi piena. 
Ci sarebbe voluta un'attrezzatura fotografica adeguata per immortalare la scena!
L'indomani, dopo colazione, è arrivato fin troppo presto il momento di ritornare all'auto.
La discesa è stata assai più rapida, meno di tre ore, ma saremmo stati più veloci se fossimo stati meno provati dalle fatiche del giorno prima.
Arrivati all'auto, dopo aver cambiato gli abiti, ci siamo diretti verso San Severino Lucano dove ci siamo abbondantemente rifocillati al ristorante "Da Agostino" ( Grazie, Marcello :) ).
Che goduria doppia: non solo era tutto ottimo e abbondante, ma volete mettere il valore aggiunto di godersi tutto quel ben di Dio dopo essersi stancati così?
Come dicevo, la fatica dello zaino diventa una dipendenza.
Credo proprio che dovremo soddisfarla presto. E ancora...




13 luglio 2011

Falling Skyes, ovvero perchè le invasioni aliene hollywoodiane mi fanno scendere il latte.

Lo ammetto.
Sto peggiorando.
Divento sempre più esigente.
Ammetto il teletrasporto.
La velocità di curvatura.
I viaggi nel tempo.
I replicatori di cibo.
Pure l'opera lirica Klingon
Ma, da quando Jeff Goldblum sconfigge l'invasione aliena di Indipendence Day grazie ad un virus per computer, come se davvero Bill Gates avesse conquistato tutto l'universo con windows xp prima che gli alieni decidessero di venire a farci visita, ho iniziato a farmi qualche scrupolo.
Dunque, di spettacolari e non così assurdi romanzi di invasioni aliene ne esistono a bizeffe:
Il giorno dell'Invasione, di Nieven - Pournelle.
Fanteria dllo Spazio, di Heinlein
La Guerra contro gli Chtorr di Gerrold
Il Ciclo dell'invasione di Turtledove.
Tutti romanzi in cui, più o meno, il tema è trattato senza che sia così evidente che l'autore stia cercando di convincerti che 2+2 fa cinque.
Invece, soprattutto negli ultimi anni, il cinema sembra profondersi in giganteschi sforzi per montar su allucinanti inverosimiglianze.
Signori, le invasioni aliene, quelle di tipo militare, non sono mica così facili.
Facciamo finta che le distanze interstellari non siano così spaventose come in effetti sono.
Traduco: facciamo finta che esista il modo di viaggiare più veloci della luce. 
Probabilmente, ( ed auspicabilmente )  tale modo esiste.
Dico auspicabilmente perchè mi rincuora immaginare di poter mettere mezza galassia tra me e i miei compatrioti berlusconiani.
Ma è tanto, davvero, tanto tanto tanto improbabile che sia economico.
I migliori romanzi / film di fantascienza sono quelli in cui non si violano le leggi della fisica. Se ne inventano altre, si aggirano, ma non si spaccia l'impossibile per certo. E' indice di scarsa capacità dell'autore.
In altri termini, un romanzo / film di fantascienza in cui l'autore incardina la trama e spaccia troppo in giro sul fatto che 2+2 fa 5 ed anche 7 a piacere non è mai un gran che.
Guardate, i calcoli ve li risparmio, ma per muovere una di quelle belle navi madri aliene serve davvero parecchia energia e quando dico parecchia intendo che anche se fosse possibile usare la formula E= mC^2 con rendimento uguale ad uno come formula base del motore della nostra astronave, beh, credo che il 95% della massa di quei bei dischi volanti dovrebbe essere fatto di carburante.
Quindi, in ogni caso, su questo povero pianeta non è che di extraterrestri ne potrebbero arrivare miliardi!
E, poi, per fare cosa?
Per fotterci la cocacola?
L'acqua? Ma quella è ovunque o, più esattamente, è facilmente sintetizzabile se hai la tecnologia per volare tra le stelle a velocità di curvatura.
Per turismo?
La salsiccia lucana potrebbe essere un ottimo motivo, nel caso.
No, cari lettori, gli eventuali alieni cattivi sarebbero talmente progrediti che il  raffronto con noi sarebbe tipo una sfida tra una divisione corazzata ed una squadra di babbuini armati di tibie in campo aperto.
Ma, credete a me, più probabilmente gli eventuali alieni potrebbero non essere mal intenzionati, solo che dubito che faremmo una fine migliore dei nativi americani di fronte allo shock culturale.
Capisco che questi siano tutti argomenti di scarsa filmabilità.
Però, gli eccessi a cui si sta spingendo la cinematografia contemporanea sono davvero troppi.
E non è una questione di capacità tecniche: basta paragonare, che so, il remake di Visitors e questa nuova serie, Falling Skyes, con miniserie quali "Band of Brothers" e "The Pacific".
Queste ultime serie sono storicamente accurate ed i personaggi si comportano con verosimile accettabilità.
Invece, le serie di fantascienza sembrano il festival dell'assurdo associato ad una flebo di sonniferi.
Dunque, sulla tua testa c'è un'astronave aliena e tu organizzi il complotto ai loro danni parlando tranquillamente al cellulare!
E' proprio vero allora che di quello che succede in Italia non glie ne frega nulla a nessuno: dico, col cellulare si organizzano complotti?
E anche la nuova serie prodotta da Spielberg non fa eccezione.
La Terra è stata invasa, forze armate e stati sono semplicemente evaporati, ma qualche migliaio di superstiti si è riorganizzato e combatte.
Cioè, a parte che i sopravvissuti possono vantare un'organizzazione, una disciplina ed un'efficienza degna della Svizzera, sono anche capaci di tener testa militarmente agli alieni.
Delle due l'una: se questi invasori possono essere fermati con mitragliatrici e plastico, com'è che gli eserciti sono stati non dico sconfitti, il che è probabile, ma completamente eradicati?
Inoltre, anche nella stravagante ipotesi che il primo attacco alieno abbia ucciso il 90% della popolazione ( ma come se solo le capitali sono state distrutte e il resto delle città è intatto ? ) questi cattivoni di alieni sarebbero comunque in estrema inferiorità numerica in uno scenario in cui possono essere messi ko a pistolettate.
Aggiungiamoci la decisione di far usare al protagonista che, forse a causa dell'imprinting scaturito da averlo visto fin da piccolo come Carter in E.R., è visibilmente fuori posto come sergente di fanteria, un fucile d'assalto sovietico ( che usa munizioni sovietiche ) nel cuore degli USA e vi sorgerà spontanea la domanda: " Perchè? Perchè questa pervicacia nel rovinare una buona idea?"
Un altro esempio. Il nostro eroe, professore di storia prima dell'invasione, per rincuorare i suoi gli dice che la storia è piena di esempi in cui grazie alla guerriglia le invasioni sono state sconfitte. Verissimo. Ma che fa? Cita la battaglia di Maratona!
Cioè, dico, la battaglia di Maratona.
L'alfa paradigmatico dell'arte occidentale della guerra, in cui l'esercito ateniese, in grande inferiorità numerica, ma dotato di corazze e assai più pesantemente armato, attacca e sconfigge l'esercito persiano, più numeroso ma senza protezioni ed armato assai leggermente.
Cioè esattamente il contrario di quanto il nostro eroe vorrebbe far intendere ai suoi.
Una lunga serie di errori di questo tipo rendono davvero frustrante seguire questi nuovi telefilm di fantascienza.
Quasi quasi ti viene da tifare per gli alieni.
Per non parlare dei personaggi, stereotipi fatti con lo stampino ed importati pari pari da altri universi magari meglio riusciti:
il militare ottuso
quello saggio
la dottoressa dal cuore generoso
il padre eroico
il degno figlio altrettanto eroico
il cattivo che si redime.
Sembra più una commedia familiare che un'avventura post apocalittica.
Insomma, tutto questo per dire: aridatece startrekke!!!








9 luglio 2011

Febbre

Quando la temperatura esterna raggiunge valori paragonabili a quelli che il termometro clinico indicherebbe come "Febbre" il mio cervello si squaglia.
Non vi aspettate che produca pensieri coerenti nè tanto meno mediamente intelligenti o comunque utili.
Aspettiamo che sfebbri.
Nel frattempo, NO TAV, è meglio
( facciamo finta che non devasti l'ambiente: costa troppo per benefici quasi nulli )