28 febbraio 2011

La casa tenuta sfitta sta al SUV come quella immessa su un mercato libero sta all'auto elettrica

Consideriamo un SUV.
Uno di quei bei macchinoni che si vedono abitualmente ed abusivamente scorazzare tra Piazza Sedile, con autista rigorosamente incollato al suo cellulare, e magari i dintorni della Villa Comunale. 
A parte le violazioni del codice della strada, che male c'è?
( Apriamo parentesi: perchè dobbiamo tollerare lo scempio di Piazza Sedile e dei relativi ingorghi in aree pedonali? Chiudiamo Parentesi )
Questo SUV è stato pagato a caro prezzo.
Il Proprietario ci paga su Bollo, Assicurazione ed ogni volta che fa il pieno paga una gran quantità di tasse allo Stato.
Ad un'analisi molto superficiale, teoricamente sono fatti suoi: c'è chi gli piace comprarsi una borsa che costa tre stipendi, c'è chi gli piace, invece di fare una passeggiata, starsene in una specie di carro armato che consuma tre volte un'auto normale per fare 500 metri.
Ma non è così.
Perchè, se il nostro gentileman dell'esempio di cui sopra è libero di fare del suo denaro quello che più o meno gli pare, non è libero di appropriarsi gratuitamente di beni altrui:
a partire dallo Spazio occupato, passando per la Sicurezza degli altri automobilisti e pedoni e finendo con l'Inquinamento dell'aria che provoca bruciando così tanto carburante.
Bisogna mettersi in testa che i tempi sono cambiati, l'energia da petrolio diventerà costosa e non ci possiamo assolutamente permettere di continuare così, come se niente fosse ad inquinare l'atmosfera ed a consumare risorse naturali: consumare aria, acqua e suoli agricoli non può più essere nelle disponibilità individuali in maniera assoluta.
Per esempio: quando ero piccolo, di fronte ad un'auto nuova dello zio di turno, chiedevo sempre: quanto fa all'ora?
Ora chiedo: quanto consuma?
Ma già dovrei chiedere: quanto inquina?
Lo stesso per l'urbanistica.
Le vecchie case diventeranno sempre più roventi d'estate e gelide d'inverno: dobbiamo ripensare la città. Dobbiamo demolire le case vecchie e ricostruire lì dove c'è già suolo urbanizzato case nuove, calde d'inverno e fresche d'estate, a basso o negativo impatto energetico.
Ecco perchè non guardo con simpatia all'abitudine tutta italica in generale e materana in particolare di mantenere fuori mercato seconde e terze case.
Certo, i proprietari ci pagano su ICI e TARSU, tutto in regola.
Ognuno dei soldi suoi ci fa quel che gli pare, sempre in teoria. 
Perchè, va da se, che se a Matera il denaro è disinvestito così improduttivamente non è che le cose possano migliorare tanto facilmente, ma sto divagando.
Il punto è che un appartamento artificiosamente vuoto è costato sì denaro al legittimo propietario, ma è anche un costo piuttosto salato per la Collettività che si deve far carico del comodo di chi possiede case e le tiene vuote.
Un costo che, francamente, è solo risibilmente compensato da ICI e TARSU:
Il Costo Sociale dovuto a prezzi artificiosamente elevati in un contesto di elevata offerta e bassa domanda.
Il Costo Sociale per l'impossibilità per molti giovani di sposarsi ed avere figli, diretta causa di una scarsissima crescita economica.
Il Costo Ecologico per aver usato aria, acqua, minerali e suolo agricolo, che sono beni primari di valenza collettiva, per costruire edifici inutili, per non parlare del denaro pubblico variamente elargito nell'edilizia a vari titoli nel corso del tempo.
Il Danno Economico inflitto alla collettività con la falsa credenza che solo l'edilizia cementificatrice porti ricchezza, come se lustri e lustri di simili politiche non siano alla base degli sconquassi di oggi.
Il Danno Economico subito da una Collettività priva di capitali immobilizzati de facto in edifici dal valore 
Ancor oggi, in una Matera candidata più al titolo di Capitale delle Case Sfitte che a Capitale Europea della Cultura 2019, si pensa di voler rilanciare l'economia con le stesse motivazioni che hanno portato al sacco della città degli ultimi 30 anni.
Prevedibilmente, con la prospettiva di ottenere gli stessi risultati.
Ma l'edilizia in generale, il Piano casa in particolare, appunto, potrebbero davvero essere occasione di riqualificazione urbanistica, se fossero indirizzati a recuperare gli scempi evitando di consumare altro suolo prezioso, usando tecnologie di autosufficienza energetica come quelle solari.
Sia pure che un minimo di nuove costruzioni siano necessarie per tutta una serie di fattori economici, ma non ci si venga a raccontare che sono necessarie per dare una casa ai giovani, in quanto così non è:
in una situazione ormai pluriennalmente statica di offerta elevata e domanda bassa con prezzi in continua ascesa è un'argomentazione che non regge.
Proprio a causa della presenza in città di un numero elevatissimo di case sfitte.
Non c'è ragione di ritenere che il fenomeno si invertirà costruendone altre.
Non c'è ragione di ritenere che la situazione contingente migliorerà senza prendere provvedimenti adeguati ed incentivare l'immissione sul mercato delle case vuote.
Non c'è modo di invertire la rotta della decadenza culturale, politica economica ed ambientale continuando sulla stessa linea di sempre.
Facile, no?

25 febbraio 2011

Tripoli, che suol d'orrore

Tripoli, che suol d'orrore.
Posso solo abbozzare un indice di quelli che sarebbero gli argomenti da discutere:

  • Quanto durerà la mattanza?
  • Cosa succederà dopo?
  • Quando finiranno le rivoluzioni popolari del Mediterraneo?
  • Cosa succederà dopo?
  • Significa Pace in Palestina o una nuova terribile guerra?
  • Dove possiamo nascondere la faccia noi italiani dopo la scandalosa amicizia tra il nostro Presidente del Consiglio con Gheddafi al di là di ogni ragionevole prospettiva di realpolitik?
  • Perchè noi italiani tentiamo sempre di autoflagellarci e siamo così antiamericani da accusare noi stessi e gli americani di essere i fornitori delle armi del massacro, mentre tali armi si chiamano AK-47, T-72, Mirage, Mig e Sukhoi ( Salvo poi auspicare no-fly zone sulla Libia, ossia il diretto intervento dell'AMI e dell'USAF da basi siciliane )?
  • Cosa possiamo fare perchè quei popoli trovino la loro strada alla democrazia senza scimmiottare i nostri modelli e senza cadere nell'altro orrore della teocrazia?
  • Come possiamo migliorare l'integrazione europea riguardo la Politica Estera? Ancora una volta l'UE si è mossa male, in ritardo e divisa.
  • Perchè, invece, l'Italia è completamente inerte ed impermeabile a prese di posizione certamente pacifiche ma concrete contro lo status quo degenerativo del nostro paese?

20 febbraio 2011

le nostre firme ( il granello di senape )

Ora,
considerando che niente riesce a smuovere il Cavaliere, a guida di un governo che ha praticamente ammazzato l'Italia, ho qualche dubbio che alcuni milioni di firme valgano allo scopo.
No, non credo proprio che lo scopo sia raggranellare alcune casse piene di carta firmata.


Ieri, come domenica scorsa del resto, ho partecipato alle manifestazioni di raccolta delle firme.
Freddo a parte, ho collezionato qualcosa di più prezioso di alcuni fogli ricoperti di nomi:
l'opportunità di parlare, raccogliere il malcontento delle persone verso la Sinistra ancor prima che, ovviamente, contro il Presidente del Consiglio.
Ed esporre il mio punto di vista:
"Ok, raccogliere le firme non serve a molto in prima istanza, il Partito Democratico è quello che è, ma da qualche parte dobbiamo tutti incominciare a darci una mossa: se firmate, ricordatevi che avete firmato e ricordatevelo ogni giorno quando parlate con chi ritiene che siano sempre gli altri a dover agire"
Ora, si può firmare, non firmare, ma in entrambi i casi non basta:
non basta firmare,
non basta non firmare.
Non basta firmare perchè occorre cambiare le cose su ben altri piani che quelli di pezzi di carta e su queste pagine ne ho già parlato in lungo ed in largo.
Non basta non firmare, poi, per ragioni ormai palesi:
Se questa iniziativa, questo Partito Democratico, questa opposizione sono tali da non meritare neppure il sostegno simbolico di una firma, tu, qui, ora, che fai?
Nulla?
E nulla sia.
Un nulla in meno di cui preoccuparsi.
Sia chiaro, esistono molti altri modi di fare qualcosa, anche senza firmare, anche al di fuori dell'attuale forma politico partitica dell'opposizione.
Ma denigrarla e basta, scusate, qui, ora, equivale a nulla.
E, del nulla, se ne occupano i filosofi.
Quindi, facciamoci ancora un bel po' di mazzo con gli altri compagni raccogliendo firme. Saremo magari quattro gatti, ci piglieremo pure gli sfottò, ma, comunque, noi già siamo.
E saremo.

PS: Il Netbook con Kubuntu 10.10 come jukebox e per il collegamento ad internet dal banchetto non è nulla...

18 febbraio 2011

Spaghetti Western

Spaghetti Western, ( Baustelle - Amen )

"Ti spacco la faccia con un calcio e poi ti mando al creatore"
Disse l'uomo bianco al magrebino sporco: "Te la spacco in due"
Poi gli sputò sul muso e "cosa avete da guardare?" urlò
Clint Eastwood è un signore ha fatto grandi film
i nostri pomodori sono buoni il mondo va così
"se vuoi lavorare" disse il caporale a un altro disperato
"porta la tua donna che la scopa il capo se vuoi lavorare"
poi prese il cellulare sputò a terra e ritornò alla jeep
Lee Van Cleef è morto, è morto Volontè
i nostri imprenditori sono esperti il mondo è quel che è
Tanti messicani in un deserto a Foggia e pochi pistoleri
fanno sì che i nostri maccheroni al sugo restino i migliori
ogni tanto il tonfo di una spranga i cani scappan via
Sergio Leone è vivo per lo meno qui e
l'occidente lento muore di tumore va così



Ecco.
Va così.
Io, mica mi lamento.
Ad oggi sono tra gli yankees, non tra i pistoleri e neppure tra i messicani.
E, forse, è solo la possibilità non più remotissima di finire tra i messicani mi fa smuovere ed indignare un po', ogni tanto. Sì, vabbè, sulla carta la mia parte l'avrei anche fatta, eppure non mi sento tranquillo con la coscienza.
Perchè, di fatto, me ne sto sazio e comodo al caldo col bicchiere di grappa in mano e mi sento in estrema minoranza.
Insomma, sto mettendo su pancia e temo che il prossimo passo sarà voltarsi dall'altra parte diventando un banale benpensante.
Oh, intendiamoci, ora non mi considero certo al di fuori della banalità: i dolori muscolari ed i disturbi da sedentarietà di queste settimane non sono certo straordinari, va così, no?
E, poi, ad un certo punto uno si scoccia pure: il Servizio, la raccolta differenziata, il risparmio energetico, il buttare la carta nel cestino, il far attraversare i pedoni, la legalità, la tolleranza, il rispetto, l'impegno, la letteratura, la verdura cinque giorni a settimana, il linux day, il cioccolato fondente solo dalla bottega del mondo, beh, sapete che c'è?
Mica posso fare tutto io, no?
Tanto a Foggia ( Policoro ) i pistoleri stanno preparandosi per accogliere una nuova infornata di messicani ed ho sempre questa sensazione di impotenza che sta diventando debilitante.
Per me, mica per loro: dopotutto, va così...


PS: il cinismo riversato in queste righe potrebbe anche catarticamente riconvertirsi in idea ed azione o, al peggio, in un bel Sushi o in una notte sul Pollino, meglio che niente, di questi tempi.


15 febbraio 2011

Sollievo

Ma sarò strano io a non avere nessuna nostalgia dei tempi di Liceo ed Università?
Scout a parte, si intende.
Cioè, se mi guardo indietro mi viene sempre da pensare: "Per fortuna non le devo rifare quelle cose..."

Una primavera islamica?

Sono così soffocato dalla realpolitik che 'sta cosa mi è venuta in mente solo oggi:
Se, dal Marocco all'Iran si instaurassero democrazie non dico come quelle nord europee ma almeno come quella turca, dico, avete presente?
Tunisia ed Egitto sono tabula rasa, se lasciassimo che la Natura facesse il suo corso...
Magari a Gaza faranno uguale..
Le possibili ricadute positive sono di ordini di grandezza superiori ai rischi: significherebbe pace in Palestina, libertà e fine della contrapposizione nel Mediterraneo.
Probabilmente, siamo sull'orlo o del disastro o di una rivoluzione paragonabile alla caduta del muro di Berlino e non credo che, tutto sommato, CIA, MI6, Mossad, FSB e compagnia bella possano interferire più di tanto in un verso o l'altro.
Sta ai popoli: avremo teocrazie o democrazie?
Siamo all'alba della nascita di una Civiltà dei Popoli del Libro, di una Civiltà Cristiano-Islamica o del tonfo finale tra le culture monoteiste?


14 febbraio 2011

Se non ora, quando ?


Beh, mi sono divertito molto, soprattutto al mattino.
Al pomeriggio, invece, mi sono infreddolito molto, ma è stato un piacere raccogliere i commenti di chi veniva a firmare per chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, .
Qualcosa è stato fatto, ma dobbiamo fare molto di più.

12 febbraio 2011

Gli eterni Saturnali dell'Italia morente

Questa Nazione si sta suicidando e probabilmente è già morta per come la conosciamo.
Lo strumento del suicidio è la semplice sovversione della Realtà.
Il Presidente del Consiglio trascina il paese nella tragicomica farsa della Nipote di Mubrarak? 
E che vuoi che sia!
La scellerata politica finanziaria pro lega nord ci sta portando abbondantemente dentro il baratro? Ma è colpa dei feudi del partito democratico! Mica di Tremonti e Calderoli e dei LUSTRI per cui hanno agito smantellando l'equilibrio dei redditi di questa Nazione.
L'anticultura  della mignottocrazia televisiva porta genitori e fratelli ad esultare per l'avvenuta prostituzione di figlie e sorelle e chi si disgusta di ciò è un moralista ipocrita.
La nostra politica estera, in questo tragico momento di delicato mutamento nel Mediterraneo , è meno consistente di un fantasma, ma se il Piddì fosse diverso, è colpa loro!
Pure sull'ovvio, tipo nucleare e ponte sullo stretto si specula a favore dei soliti noti ma è un complotto comunista.
Io non nego nè ho mai negato la nefande debolezze e le contraddizioni della Sinistra, ma qui si accusa il cuore di non aver resistito al proiettile sparatogli contro come se l'assassino non fosse lì sorridente con la pistola fumante in mano.
No, così non si può tirare avanti.
Da un lato siamo sull'orlo di una catastrofe sociale, economica, ambientale ed internazionale a livelli da Seconda Guerra Mondiale.
Dall'altro, sembra che qui l'unica preoccupazione sia posizionarsi comodamente sparando nelle crepe dell'alternativa, forse perchè la muraglia culturale e materiale del papy è così imponente da mettere paura...
Il rovesciamento della realtà sta raggiungendo il parossismo finale.
Il tempo sta scadendo, materialmente:
l'economia collassa, la società ha come modello le Notti di Arcore mentre la ricetta della medicina amarissima che può salvarci è già scritta: abbiate pazienza se non sto a considerare troppo chi contesta il colore della penna usata.
Pazienza: al peggio faremo di nuovo come al solito in Italia: la rivoluzione a metà fuori tempo massimo: ma io dico, non sarebbe meglio fare qualche riforma per tempo?

11 febbraio 2011

La Guerra dei Bottoni, D'Artagnan e Mass Effect

Che faccia ha Lebrac?
Lechi?
Lebrac, perbacco, il protagonista della Guerra dei Bottoni.
Non vi viene in mente, vero?
Che faccia ha, invece,  D'Artagnan?
Beh, la risposta è facile:
quella di Gene Kelly nel film di Sidney del 1948.
Per me è sempre stato così.
Ho visto il film prima di leggere i romanzi di Dumas e tra le loro pagine il faccione di Gene Kelly spuntava spesso e volentieri nella mia testa!
I Tre Moschettieri è il romanzo d'appendice per antonomasia: amore e morte, guerra ed intrighi, tutto il necessario per strapparti dall'autobus Numero Sei che ti porta in centro dall'estrema periferia nord.
L'immaginario letterario, generalmente, è un universo autistico.
Certo, gli autori si affannano con variabile successo nel descrivere su carta le loro soggettive realtà. 
Ma, anche nella pagine di Proust, c'è spazio per far crescere, tra le lettere, la fantasia e la mente in generale.
Un romanzo non produce mai su due persone lo stesso imprinting mentale, le stesse sensazioni, figuriamoci a livello di immaginario.
Tutto quello che non è descritto  è lasciato al lettore ed anche gran parte di quello che è descritto lo è.
Se tra te, lettore, e le pagine di un romanzo ben scritto non vi è stata alcuna mediazione cinematografica, stai sicuro che i gesti, i paesaggi e le emozioni in generale prodotte dal tuo cervello sono il frutto di un'interazione univoca tra te e l'opera dell'autore.
Non si ripeterà mai identica con altri.
Io, quindi, so esattamente come sono fatte Longverne e Verlans nella mia personalissima geografia mentale de "La Guerra dei Bottoni", so dov'è la capanna del tesoro, com'è la fionda di Camus e com'è fatto il campo di battaglia.
Andate pure a leggervi il romanzo, non avrete mai la mia stessa mappa mentale.
Il cinema non funziona allo stesso modo.
Certo, anche per il cinema le emozioni sono soggettive, ma sono comunque categorizzate in maniera alquanto più rozza. Inoltre, è uno strumento cognitivo in cui gran parte dell'interazione è indotta in forma passiva.
Possiamo immaginare, certo, ma sicuramente meno che leggendo e, spesso, per lo più dopo aver visto il film.
No, ora saggi su letteratura e cinema qui non ne scrivo, ma voglio solo far notare l'affermazione di un terzo attore:
il videogioco.
No, non Bubble Bobble e, francamente, neppure Doom o Civilization.
Intendo il tipo di videogioco che si propone come film interattivo.
Il genere è andato crescendo man mano che le potenzialità dell'hardware ha permesso la costruzione di intelligenze artificiali almeno degne del nome.
Se gran parte dei videogiochi sono scenograficamente spettacolari ma, tutto sommato, lineari nelle possibilità d'interazione, si sta affacciando sul mercato una nuova generazione di giochi incentrati proprio sulla possibilità di interagire con la trama a livelli impensabili in precedenza.
Forse non mi sto spiegando bene:
la nuova generazione di giochi permette al giocatore non semplicemente di scegliere tra bene e male, ma di affrontare le varie situazioni in una maniera completamente flessibile: ci si può comportare da perfetti boy scouts in certe circostanze e poi sparare alle spalle ad un tizio non tanto per risparmiarsi mezz'ora di battaglia, ma per avere migliori occasioni di comportarsi da perfetto boy scout altre cento volte.
Le possibili scelte, infatti, non sono più destra o sinistra, si o no, ma seguono percorsi anche basati su 5-6 variabili.
Inoltre, il personaggio del nostro videogame può essere spesso importato nell'episodio successivo della stessa 'serie' del videogame.
Ora, questo genere di tecnologia permette un'interazione tra uomo ed autore ( del videogame ) che acquista l'interattività mentale che si posiziona in un ambito assai incerto tra quello del romanzo e quello del film.
Francamente, dal mio punto di vista, un buon videogame di questo tipo sostituisce una certa tipologia di film ma non assolutamente il libro.
La saga di Mass Effect è il paradigma di quanto sto affermando qui, se potete provatela...
Il settore, tuttavia, è ai suoi albori e non ho ancora maturato la chiarezza mentale per definire meglio il rapporto tra letteratura, cinema e questo nuovo genere di espressione ed interazione tra uomini, macchine ed autori di storie...
Insomma, io ci devo pensare, ma di certo quello che è consolidato per cinema e letteratura non lo è per i Videogames interattivi avanzati su cui, in pratica, ancora niente è scritto.

L'Onore della Nazione

Ogni tanto, raramente per lavoro, più frequentemente per fare shopping, vado a Bari.
Dal confine della Basilicata in poi, la via è costellata di prostitute.
Come uomo, vedere delle ragazze dell'età delle mie scolte macellate sull'asfalto mi provoca un senso di disgusto quasi fisico per una bellezza diventata maledizione ed orrore.
E le macchine, i motorini che si accostano, mi provocano ira.
Ira per la violenza che rappresentano, una violenza che ricade su tutti noi.
Ecco perchè:
Che papy vada a puttane, mi importa.
Che compia reati gravi, mi importa.
Che si faccia i fatti suoi invece di fare la rivoluzione liberale, mi importa.
I discorsi sul piano della morale, con la m minuscola, appartengono alle dichiarazioni utilitaristiche ( a fini economici ) delle Gerarchie e non mi appartengono.
Il 13 Febbraio manifesterò, quindi, per un concetto un po' differente:
sicuramente non contro i peccati del Premier, al limite contro i suoi reati.
No, io manifesterò per difendere il mio Onore di Uomo e di Italiano.
Le femministe, tanto vituperate dai silvioboys, hanno lottato per avere la libertà di amare, non per quella di prostituirsi e trovo tristemente  paradigmatico che costoro confondano le due cose...
Senza poi dimenticarsi che, per Ruby e coetanee, la libertà di prostituirsi è un ossimoro.
Vergogna? Sì, è vero.
ma, soprattutto:
DISONORE!!!!

8 febbraio 2011

la pietra al collo.

Io veramente volevo scrivere del rilascio di Ubuntu 11.04 alpha 2 e dei casini che fa Unity.
Poi, leggo queste righe.
Chi tace ora dopo aver parlato a sproposito di Vita, taccia per sempre.
Quando il cristianissimo governatore di Lombardia farà mettere un Crocefisso in ogni ufficio pubblico, lo farà anche col voto e per mano di costui.
Meglio chiudere qui,
stasera il minuto di silenzio lo porto con me.

6 febbraio 2011

Piano Casa e Regolamento Urbanistico: Adoro i Piani ben riusciti ( Colonnello John "Hannibal" Smith )

Piano Casa e Regolamento Urbanistico ( volgarmente detto Piano Regolatore ).
Ecco il tema del giorno, anzi, dell’anno.
Non sono assolutamente esperto di edilizia od urbanistica, figuriamoci se posso esprimere un parere di indirizzo nello stato attuale di incertezza di fonti ed informazioni.
Il Piano Casa è nelle sue fasi iniziali di definizione, il Regolamento Urbanistico non è stato ancora presentato.
Inoltre, personalmente, mi rifiuto di dare attestazioni di razionalità a decisioni prese senza cognizione dello stato delle cose.
Traduco?
Traduco:
Oggi, Febbraio 2011, quante case vuote esistono nella città di Matera e quante persone sono in cerca di abitazione?
Ossia: qual è il rapporto tra Domanda ed Offerta?
Sembra una domanda banale, ma questo argomento, in quel di Matera, è un vero e proprio muro di gomma.
Ed è facile comprenderne le ragioni.
Probabilmente, prendendo tutti i ragionamenti col beneficio del dubbio derivante dall’assenza di dati attendibili, Matera è già, di fatto, una città fantasma.
Fatevi un giro in macchina alle 22 di un Mercoledì di Coppa, quando l’80% dei Materani è incollato alla Televisione.
Vedrete palazzi interi nelle tenebre, palazzi con solo alcune finestre illuminate, palazzi con fuori più cartelli vendesi che balconi.
Sia in centro che in periferia, sia Nord che Sud.
Matera è una città di palazzi nuovi che cadono.
Se si arrivasse a quantizzare che per ogni materano in cerca di casa esistono decine di alloggi vuoti non credo che vi sarebbe una rivoluzione, del resto dopo l’assordante silenzio civile del post notti di Arcore e l’acquiescenza complice anche sulla catastrofe economica, cosa volete che sia una Cittadina del Sud in cui le case costano il quadruplo minimo del prezzo che avrebbero in condizioni di mercato appena appena decenti?
Empiricamente, facendo i conti a naso, posso, quindi, affermare che l’offerta potenziale è di alcuni multipli superiore alla domanda. I prezzi delle case, invece sono di alcuni multipli superiori a quelli del congruente mercato.
Una casa di 100mq in periferia costa anche 250.000,00 €, credo il quadruplo di quello che valga, date le circostanze:
Bassa domanda, alta offerta, emigrazione intellettuale e non, crisi generalizzata.
La nostra Società ha deciso che le coppie di giovani, anche laureati, possano contare su un reddito annuo medio ( e precario ) di circa 15 - 20 mila € per i più fortunati. 
Questi numeri ci dicono tutto.
Del resto, ci vuole poco a realizzare che le imprese possono finanziarsi un palazzo vendendone solo una frazione e, col regime vigente, possono permettersi di attendere lustri prima di vendere al loro prezzo senza tema di averci proprio a che fare con la Legge della Domanda e dell'Offerta.
Altri numeri, calcolati su basi attualmente a me ignote, ci dicono che, invece, il fabbisogno di alloggi è di 2600 unità da costruirsi entro il 2017.
Su tali numeri si baseranno Piano Casa e Regolamento Urbanistico.
Bene fa la Segreteria del Partito a voler attendere la presentazione del Regolamento Urbanistico perchè è il momento di voltare pagina e cessare con la cultura dell’emergenza per ricominciare a pianificare secondo ragione e non secondo interessi particolari e locali.
L’elaborazione di un Piano Strategico che vada dal generale al particolare è l’unico modo per uscire dalla logica perversa della deroga, dell’emergenza, dell’accettazione dei fatti compiuti.
Purtroppo, il Piano Casa è quello che è: una deroga alle procedure del regolamento urbanistico voluta dal Papy nazionale ed in cui la nuova giunta regionale di Basilicata ha pure tolto ai Comuni la possibilità di decidere gli ambiti di intervento.
E’ vero che il 40% degli alloggi previsti dal Piano Casa sono di Edilizia Sociale e, pertanto, dovrebbero alleviare il fenomeno qui appena descritto.
E’ vero che l’immissione di 2600 alloggi sul mercato, sempre in teoria, dovrebbe calmierare il mercato.
Teoricamente.
Ma, purtroppo, la stessa Teoria è già smentita dai fatti: una sovrabbondanza di offerta a livelli mai visti non provoca una caduta dei prezzi.
Le case, è vero, non si costruiscono.
Ma neppure si vendono.
Si conservano, vuote, per mancanza di acquirenti dotati della necessaria capacità di spesa.
Tanto, ad ora, tenerle vuote costa pochissimo ai proprietari di terze, quarte e cinquantesime case.
Ora, dato che quello alla Casa è un diritto costituzionale e considerando che viviamo in una Città stracementificata, in una Nazione in cui un metro quadro su dieci è coperto di mattoni, ritengo che sia profondamente errato pensare di risolvere il problema aggiungendo cemento al cemento.
Siamo nel 2011 e non ci sono le risorse finanziarie né naturali per aggiungere nuove città di fianco a quelle semivuote, non abbiamo altro denaro, altro terreno coltivabile, altra acqua, altra aria da contaminare inutilmente.
Perchè, anche se il diritto alla proprietà privata è anch’esso un diritto costituzionale, non esiste un diritto costituzionale al possesso dell’aria e dell’acqua.
Il Piano Casa non è certo obbligatorio, ma comunque è un’occasione che può essere sfruttata per la riqualificazione della città.
Il problema, a riguardo, è che l’Amministrazione Comunale ha ben poche possibilità di influire sulle manifestazioni di interesse presentate.
In pratica, se da un lato c’è qualche flebile speranza di attenuare il dramma del problema casa grazie al 40% di Edilizia Sociale previsto nel piano casa ( ed io devo ribadire che non ci credo per le ragioni fin qui espresse ), dall’altro un Regolamento Urbanistico degno del nome potrebbe contribuire a riqualificare la città secondo criteri moderni senza rimettere a sacco un territorio già martirizzato.
Case a basso impatto ambientale, ristrutturazioni, riqualificazione delle urbanizzazioni e del verde, energie alternative, le vie possibili sono sicuramente tante e non è questa la sede per parlarne.
Personalmente, è su questa linea che mi spenderò in Segreteria e nel Direttivo, da un punto di vista politico, mentre da un punto di vista più generale mi piacerebbe che si arrivasse all’ovvio, cosa non scontata in questo Paese:
l’ovvio, secondo me significa rendere legislativamente conveniente mettere sul mercato le case piuttosto che tenerle vuote ( e spesso neppure accatastate ) a centinaia.
Una Città di case vuote non può che essere una Città Sterile.
Non è costruendo un altro quartiere Acquarium che si rilancerà l’economia della Città, ma perseguendo soluzioni differenti dal passato che spezzino il circolo vizioso che ha portato Matera ad essere un lungo e semideserto cementificio a cielo aperto.

PS: 

ovviamente, la parola “Sassi” esiste