31 dicembre 2011

una chiacchierata non casuale.

Come forse qualcuno dei lettori sa, mi è capitato, anche nel recente passato, di collaborare al sito www.materatown.net . In origine, mediante un raccontino che chiesi di pubblicare anonimo. In seguito, quando la mia posizione è diventata pubblica, ho abbandonato l'anonimato nei commenti.
Effettivamente, avevo in mente di dilungarmi un po', non tanto sul sito che in gran parte apprezzo ( altrimenti non ci scriverei di quando in quando ), ma sull'intensità e la quantità dei commenti ai divertenti pezzi dell'ignoto blogger.
Considero un curioso e preoccupante segno dei tempi che il confronto sulla Satira sopravanzi in animosità quello dei talk show.
O, forse, data l'assenza di spazi di discussione adeguati ci si arrangia come si può e si finisce per mescolare scorze con le fave.
Inoltre, è da molto tempo che vorrei scrivere qualcosa su Star Trek per non parlare della bellissima serata che ho trascorso con le Comunità Capi di Matera 2 e Matera 3.
Ma nessuno di questi argomenti credo meriti il post di fine d'anno.
E neppure analisi e buoni propositi.
Credo, invece, che sia il caso di concludere l'anno con un fatterello che mi è capitato oggi.
Dunque, i lettori di questo blog sanno che, per quanto di sinistra piuttosto marcata, l'autore è piuttosto seccato per l'incapacità dei dirigenti del Partito Democratico di 'parlare' anche alla mia generazione, quella dei precari, dei senza diritti e dei senza pensione.
Chè siamo stanchi di essere chiamati alla lotta ( sempre nella fanteria, però, mai  come colonnelli o generali ) per l'Articolo 18 di cui non godremo mai, o contro i tagli alle pensioni ( altrui, che dobbiamo solo pagare ma di cui abbiamo conferma, nero su bianco, che non godremo mai ).
Grazie, noi preferiremmo che si parlasse anche di come sopravvivere al 2012 senza lavoro, con le risorse del paese bloccate nei privilegi mentre non si riesce a trovare neppure un misero miliardo per abbattere il digital divide, come dire che nell'ottocento il Re d'Italia si fosse rifiutato di costruire le ferrovie. Vabbè. Scritto da Matera non è un grande esempio.
Ma credo di aver reso l'idea.
Ho iniziato ad esprimere anche in Segreteria e pubblicamente questo tipo di insofferenza: chi del PD va in televisione si sforzi di raccontare come crede di affrontare il problema del lavoro anche dal punto di vista dei precari laureati.
Ecco, oggi mi è capitato di essere severamente, ma affettuosamente, contestato in questa mia linea:
I diritti vengono prima di tutto, sempre
Sono, infatti, diritti.
Trascendono la falsa ed artificiosa realtà economica in cui siamo calati.
Dimostrarsi seccati perchè sembra che si parli solo di astrazioni è fare il gioco dell'avversario.
L'avversario di tutti.
Che ha per obiettivo proprio la demolizione dei diritti come strumento di salvaguardia della Democrazia.
Ringrazio di cuore per la splendida lezione di Politica che ho ricevuto ieri da Vito e che ho riassunto qui in poche insufficienti righe.
Continuo a ritenere critica la mancanza di attenzione per i milioni di 'giovani' che non compaiono negli slogan mediatici del Partito Democratico.
E resto dell'opinione che alle future elezioni politiche, ad esempio, sarà il Movimento 5 Stelle a raccogliere i voti di milioni di miei simili sociali.
Con gravi rischi di rivalsa del PDL. Ma, appunto, se il Partito Democratico rende apparentemente suicida per la mia Classe la scelta di votarlo, cosa posso farci se non tentare di invertire la china come posso?
Eppure, l'aver ascoltato le parole di chi non ha nessun timore di continuare a combattere anche  da solo il declino democratico italiano, infonde un ottimismo inaspettato. E' vero, questo clima di fatalismo a cui sembra che siamo condannati quasi geneticamente è il nostro primo avversario.
Se gran parte dei membri della mia Classe sono ormai rassegnati a sopravvivere sull'aventino piuttosto che a reagire non è un qualcosa che possa frenare questo mio piccolo tentativo di personale rinascita politica.
Quindi?
Quindi inizio le 30 ore di rituali festeggiamenti gastronomici e, come unico proposito per il 2012, ho quello di tornare sul Ring quanto prima.
Il resto l'ho tutto in testa ma non riesco a dirlo.

Ah, dimenticavo.
La crisalide d'aria si sta aprendo.

27 dicembre 2011

Cronaca di un assassinio pubblicizzato

C'era una volta un piccolo dispositivo elettronico, economico ed efficientissimo.
Con duecento euro dava al suo utente la possibilità di navigare agevolmente sul web, controllare la posta elettronica, editare un documento alla volta, chattare e addirittura vedersi un film in mobilità, ossia in coda ad un ufficio postale ( lo so, questa non è un'applicazione universale, dubito che si facciano, nel resto del mondo, le code che si fanno in Italia alle poste ), in autobus, in albergo, alle riunioni pallose in cui si deve presenziare ma non si ha nulla da dire e / o ascoltare.
C'era una volta il netbook.
Ne sono stati venduti milioni di esemplari.
Ed ora pare, dico pare, che il fenomeno sia defunto.
Dell e Samsung, ad esempio, hanno deciso di abbandonarne la produzione.
Io, da soddisfattissimo utente del primo netbook Dell, mi sento in dovere di esprimere tutto il mio disappunto.
Certo, ci sono altre case produttrici, ma il mio disappunto non è relativo alla fine dei piccoli Dell, ma ad un ennesimo tentativo da parte delle multinazionali di fottere alla grande alla grandissima i propri consumatori.
Cos'è un netbook? 
E' un piccolo pc portatile dotato di cpu a bassa potenza e bassissimo consumo, con monitor 10" ( quindi meno di 25 cm di larghezza ) specificatamente progettato, in origine, per operare con Linux e garantire all'acquirente le specifiche funzioni di cui sopra: niente giochi, niente multitasking spinto, niente multimedialità ad alta definizione. 
Il tutto ad un prezzo inferiore ai duecento euri.
Ma, ovviamente, appena fiutato l'affare, le grandi corporations hanno ben pensato di snaturare il netbook, prima imponendo quella palla al piede ( con debito sovrapprezzo ) che è windows ( su computers con una potenza di calcolo da Pentium III ), poi spacciandolo come 'mini notebook' e causando più di un mal di pancia agli utenti che pensavano di comprare un piccolo computer e si sono ritrovati un piccolo soprammobile fallendo, ovviamente, nell'usare il netbook come singolo PC: "Non mi gira fotosciok, norton mi blocca tutto, non mi girano desims eccetera eccetera eccetera!"
Poi, il colpo finale: il tablet.
La moda del tablet, ossia un oggetto davvero concepito  per consentire praticamente la sola navigazione web in mobilità ( ma non ne possiedo uno e quindi non mi lancio in affermazioni categoriche ), ha innescato il tanto pernicioso meccanismo consumistico del 'rinnovamento forzoso'.
All'improvviso ( davvero: nell'arco di due mesi a cavallo dell'estate 2011 ) i netbook, di cui si presentava un nuovo modello ogni due per tre, sono scomparsi dalle vetrine dei siti specializzati.
Non solo. 
Il nuovo processore Intel Atom N 2600 / N 2800 che avrebbe dovuto sostituire la gloriosa serie N 550 / 570, ha incontrato successivi ed 'inspiegabili' ritardi, fino a saltare anche la stagione natalizia. E pensare che i primi netbook equipaggiati dal nuovo processore sarebbero dovuti uscire a Settembre 2011 mentre ancora oggi non sono nei negozi.
E con i primi esemplari di N 2600 che si sono dimostrati, prestazionalmente, una delusione (  a leggere le recensioni dei siti di cui sopra ).
Quindi, per i pochi 'nuovi ' netbook 2012, si prospetta uno scarso appeal.
No, niente manie complottistiche, semplice aritmetica.
Consideriamo un Netbook ideale.
Ossia un oggetto 10", dotato di CPU diciamo "N2800 come dovrebbe essere", ossia moolto più potente  della gloriosa CPU Atom N270 che ho sul mio vecchio Dell Mini 9 e dotata di minori consumi.
Un SSD da 64 GB.
3 porte USB di cui una 3.0, l'uscita VGA ed un lettore di SD.
Una porta di Rete.
Stop.
Questo oggetto, mettiamo a 250 €, mi consentirebbe di sostituire il mio Netbook e lavorare in mobilità.
Un oggetto come questo, di fatto, sottrae ingenti quote di mercato al segmento dei Notebook, dei nascenti ' Ultrabook' ( poi ne parliamo ) ed anche dei PC Desktop.
In pratica, le grandi multinazionali, si sono rese conto che per ogni netbook venduto all'acquirente consapevole  perdevano un assai più remunerativo notebook.
Il Netbook è uno strumento economico ed efficiente, chi lo compra consapevolmente poi non ha bisogno di costosi orpelli: orrore!!!
Ma cos'è un ultrabook? E' un clone dei macbook air.
Un Notebook da 13,3" molto sottile e abbastanza costoso, ma dotato di CPU tradizionali. La contemporaneità di assenza di Netbook adeguati e necessità di usare tecnologie di virtualizzazione mi sta spingendo verso questo segmento per il mio prossimo acquisto.
Tuttavia, ritengo assai grave questo tentativo forzoso da parte dell'industria di uccidere un oggetto utile, vitale  e ben riuscito come è il netbook in favore dei segmenti di Tablet ed Ultrabook.
Il Tablet fa solo una piccola parte delle cose che fa un netbook ad un prezzo di gran lunga superiore con gli stessi ingombri.
L'Ultrabook costa almeno tre volte il netbook ma del netbook ha solo la portabilità, essendo, in realtà , semplicemente un ultraportatile di cui si paga salata l'ambizione di somigliare ai più blasonati dei prodotti della Mela.
Quindi?
Quindi se riuscite a metter le mani su un netbook con atom N570 magari già dotato di ubuntu ( ce ne sono, ce ne sono, basta cercare... ) correte il rischio di fare un affarone.
Avrete a disposizione per qualche anno un oggetto che paghereste pochissimo ( meno di 200 € ) e con cui potrete fare molto.
Per ora Il Netbook è morto, viva l'Ultrabook!

16 dicembre 2011

Beni Comuni


È necessario un processo costituente per immaginare la società dei beni comuni e sovvertire l'ordine costituito fondato sulla crescita capitalistica. 

Così potremmo riassumere il bel dibattito a cui ho assistito oggi al secondo piano di Palazzo Lanfranchi.
L'incontro, organizzato da "Campo Libero", ha avuto come ospite il Professor Ugo Mattei che ha solo colto come pretesto la presentazione del suo libro - manifesto "Beni Comuni" per introdurre un ragionamento di più ampio respiro.
Io, di seguito, riporto le mie impressioni, ma sia chiaro che potrei aver commesso un sacco di errori di comprendonio e di trascrizione, quindi eventuali bestemmie concettuali vanno ascritte solo alla mia pochezza di cronista.
Le persone fisiche sono mosse da molti fattori: le persone giuridiche sono mosse esclusivamente dalla strenua volontà di massimizzare i profitti.
Le persone fisiche sono consapevoli di dover morire, quelle giuridiche sono, invece, consapevoli di poter diventare virtualmente immortali se riescono a massimizzare i profitti.
Le corporations possono diventare più forti degli stati stessi.
E non solo degli stati deboli del terzo mondo.
Di fatto, gli interessi privati hanno preso il sopravvento su quelli pubblici.
Acqua, No TAV, Nucleare, Ponte sullo Stretto, Crisi del Debito, Spread, abrasione dei diritti dei lavoratori, sono tutti concetti e parole sintomo della grave malattia che è la Crisi della Democrazia Rappresentativa.
Perchè, ad esempio, l'attacco al debito italiano è solo un tentativo ( riuscito ) di uscire dalla crisi saccheggiando democrazia e diritti.
Si è costruito uno "Stato di Necessità" tale per cui "Si devono placare i mercati", ossia si deve affidare l'agnello al lupo.
L'Italia è il paese occidentale in cui il debito è cresciuto meno dall'inizio della Crisi, mentre i mercati non hanno 'pensato' di attaccare i paesi in cui la crescita del debito sia stata esponenziale.
Ma l'Italia, come la Grecia, attraverso il Referendum sull'acqua e altre prese di posizioni forti anticorporation della sua opinione pubblica, si è mostrata pericolosamente disallineata nei confronti del predominio globale delle "Persone Giuridiche"
La Crisi non è una crisi globale, è una crisi dell'Occidente, una crisi di eccesso di Crescita.
L'Italia non ha un problema di crescita: come facciamo a crescere se non facciamo più figli? A cosa serve crescere se possiamo permetterci di cambiare cellulare ogni mese? Crescono i paesi con alta natalità. Crescono i paesi che devono risolvere i problemi primari.
L'Italia ha un problema differente: quello di ridistribuire adeguatamente la ricchezza.

13 dicembre 2011

Un passettino nella direzione giusta

Un brevissimo post sul recente inserimento nelle normative nazionali della possibilità, per le Pubbliche Amministrazioni, di acquisire software libero.

Ecco il testo dell'emendamento approvato:

"(Introduzione utilizzo software libero negli uffici della PA per la riduzione dei costi della PA)
1.All'articolo 68 della legge del 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni ,al comma 1 sostituire la lettera d) con il seguente:
"Acquisizione di programmi informatici appartenenti alla categoria del software libero o a codice sorgente aperto."

E' evidente che, non inserendo alcun obbligo di usare formati aperti e, a parità di funzione, il software libero al posto di quello proprietario, dubito che la cosa sia risolutiva.
Ma, ovviamente, il primo passo per curare la malattia è conoscerne il nome.
Un primo passo, appunto.
Mi auguro che il Partito Democratico presenti quanto prima un emendamento più o meno del tipo:

"(Introduzione utilizzo software libero negli uffici della PA per la riduzione dei costi della PA)
1.All'articolo 68 della legge del 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni ,al comma 1 sostituire la lettera d) con il seguente:
"Acquisizione obbligatoria di programmi informatici appartenenti alla categoria del software libero o a codice sorgente aperto."

Non mi stancherò mai di ripetere che il software libero non è solo risparmio, ma anche sviluppo e libertà.

7 dicembre 2011

ti tagliano la pensione del 10%! Sei arrabbiato? E perchè? 0 x 0,9 sempre 0 fa

Abbiate pazienza, ma io pago la pensione sia al ricco (5000 € ) che al povero ( 700 € ) che, magari, ha lavorato in una vita meno di quanto abbia lavorato io in 10 anni ma prende una pensione molto maggiore di quanto in teoria prenderò io nel 2055. Perchè, appunto, io in pratica la pensione la pago solo agli altri ma non l'avrò mai. Cari sindacati, cari (alti) dirigenti del PD, almeno guardatemi: il futuro sono io, per favore non vi chiedo di fare qualcosa per me, ma almeno non mi chiedete di indignarmi per l'innalzamento dell'età pensionabile, concetto di cui già in passato, col vostro agire, avete reso ossimorico il significato. Soprattutto il PD dovrebbe rendersi conto che sono io il suo dirigente-elettore medio del futuro: un precario laureato con reddito inferiore a quello di un cassintegrato fiat.
Si iniziano già ad intravedere le colossali conseguenze politiche a medio termine derivanti dall'aver appoggiato il governo Monti invece di essere andati alle urne.
Adesso, per i miei concittadini, di memoria notoriamente volatilissima, sarà una banalità dare la colpa della catastrofe al Partito Democratico di Bersani con l'ovvia e banale conseguenza di rischiare di avere nel 2013 di nuovo il Papy in sella.
Almeno parlate, dite, esplicitate il progetto che è tanto ben scritto nell'opuscoletto che, in quanto membro della Segreteria locale, mi sono potuto leggere.
Urlate che quando toccherà a noi si partirà dal Lavoro, che annullerete il deficit di botto prendendo il sangue dagli speculatori edilizi liberando per di più risorse per l'economia spostando il risparmio dal mattone alle energie rinnovabili, all'economia verde, alla rivoluzione del Web 3.0!
E basta a parlare di pensioni a chi la pensione la deve solo pagare e non l'avrà mai! Io inizio ad irritarmi anche solo a leggere certe cose. Lo scrivo chiaro: se dovessi scegliere tra vivere così e vivere in maniera dignitosa in un'Italia che mi consenta di lavorare e crescere ma senza pensioni non avrei dubbi: abolitele, 'ste pensioni, per me non fa differenza! Mi fa differenza avere un web decente, una casa a prezzi accessibili al mio reddito ridotto al 40% di quello dei miei genitori, scuole ed ospedali in un ambiente pulito.
Datevi una mossa. A parlare.
Se neppure parlate, chi (ci)vi crederà?

5 dicembre 2011

Einstürzende Neubauten

La sabbia e la ghiaia, l'argilla, così, a prima vista, non sembrano tutto 'sto gran che di materiali preziosi. Uno, magari, penserebbe all'oro, all'argento ( e pure al rame con quello che costa )  come elementi di concentrazione della ricchezza.
E, appunto, si sa: l'oro e l'argento è meglio nasconderli, sia ai ladri che alla guardia di finanza.
E non è neppure troppo difficile farlo, soprattutto a queste latitudini.
Tuttavia, non è nei metalli nobili che i modesti ricchi italiani hanno concentrato le loro ricchezze.
E' nel cemento.
Nei cavalcavia incompiuti.
Nei palazzi, nelle villette, nei caseggiati di periferia.
Case su case, fino a coprire il dieci per cento ed oltre del territorio nazionale di cemento.
Case accumulate sul ridicolo di un rapporto domanda - offerta di uno a tre, praticamente, nella mia Città.
Di queste case non accatastate neppure, tenute sfitte e vuote secondo logiche speculative, non se ne può parlare. Ai proprietari, a costoro, non si può chiedere di partecipare al problema del debito neppure nella stessa misura a cui lo si chiede ad un operaio.
Tabù.
Vietato.
Eppure questa forma di speculazione è dannosa da più punti di vista.
Vendere a cento quel bene primario che, secondo il liberismo più classico, dovrebbe magari costare trenta, implica l'impossibilità di investire quei settanta di più in innovazione ed attività produttive. Un continuo stroncare nella culla ogni velleità di impresa per i giovani.
Per non parlare dell'abnorme danno ambientale, inteso, questa volta, in termini puramente economici che la cementificazione selvaggia porta alla Collettività.
Non ci siamo, caro Governo Tecnico.
Tagliatevi gli stipendi, tagliate i costi della politica se ci riuscite, ma è solo una soddisfazione simbolica per chi vive in sospensione del tempo.
I Soldi per pagare il debito sono immobilizzati nei palazzi nuovi che cadono già, perchè deserti e mai abitati, perfettamente visibili nel buio delle loro facciate tra le luci di natale di chi vuol farci credere che Natale sia fatto di luci intermittenti, magari per aumentare ancora a nostre spese i propri intangibili patrimoni.
I patrimoni che ci sono, visibilissimi nei suv, nelle ville, nelle proprietà immobiliari, nello stile di vita che spingeva il passato governo ad affermare che "la crisi non c'è perchè i ristoranti sono pieni".
Visibili per tutti salvo per quelli che dovrebbero.
E così di nuovo pensioni, ceto medio, provvedimenti anticrescita.
Niente di nuovo sul fronte occidentale.

4 dicembre 2011

500

Ho superato da qualche tempo la soglia psicologica dei 500 post.
Beh, è una cifra tonda, ma non ha di per se un significato particolare.
Ha qualche significato solo dal punto di vista della vitalità o, meglio, dell'ostinazione logorroica del sottoscritto.
E' vero, l'Onda di Facebook e compagnia bella sta sommergendo il web, spazzando via molti contenitori più tradizionali.
Twitter impone pochi caratteri, Facebook parecchi di più ma non sono luoghi dove sia possibile esprimere concetti estesi ed organici in maniera trasparente e pubblica.
Questi due social network hanno la loro importanza e la loro funzione, ma non sostituiscono gli spazi in cui è possibile e doveroso analizzare le questioni in tutta la loro complessità.
Se non fosse tragica, sarebbe comica la pretesa dilagante tra i più non solo di rifiutarsi di leggere neppure una paginetta A4: per noia? Incapacità di concentrazione? Pigrizia? Fate voi... Ma anche,  contemporaneamente, di ritenersi informati sui fatti ed autorizzati ad esprimere pubblicamente opinioni basate sulla pochezza delle informazioni che si è scelto di acquisire.
Con gli ovvi ed evidenti risultati.
Se la neolingua imperante vorrebbe obbligarci alla sintesi spinta oltre l'insufficienza è mio diletto insistere ad esprimere il mio pensiero per esteso.
Continuerò, quindi, ad esprimere le mie opinioni su quel po' di geopolitica che capisco, su quel po' di Scoutismo a cui posso ancora partecipare, su GNU / Linux e su tutto quello che di interessante avrò la forza di condensare qui, su questo server.
Questo blog nel suo manifesto porta lo scoutismo e linux come temi principali.
Molti altri hanno fatto la loro comparsa e spero di avere tempo ed energie per non abbandonare questa mia testimonianza scritta.
Vediamo, quindi, un po' di numeri:
da queste parti siamo passati in 15mila dal maggio 2009.
In genere, una quarantina di lettori viene a curiosare ogni giorno.
Il Post preferito dai miei lettori è "Danza la Vita", con 620 visite, a cui seguono i post tecnici sulla Spiritiera, la recensione delle Benevole di Littel e, a sorpresa, il mio confronto - analisi tra le spese militari di Svezia ed Italia di esattamente un anno fa.
Il valore che do ai miei post, come ho scritto poco fa, è quello della Testimonianza.
Tornando a ritroso nel tempo, leggendo le cose che ho scritto in passato, è un sollievo ritrovare una coerenza di idee ed azioni che è bene sia conservata in un ambiente in cui mi è capitato di  essere accusato di aver detto "A" adducendo anche un video in cui invece dicevo "B". 
Del resto, come diceva Daniele la settimana scorsa ad Ostuni, di questi tempi, in queste lande, parlare vale di più che dire la Verità. Figuriamoci a scriverla ;)
"L'inverno e la Rosa", quindi, continuerà sulla stessa linea di sempre.
Ringrazio i 17 lettori fissi, quelli che mi seguono mediante feed rss ed i 12 lettori abbonati mediante networked blogs da Facebook.
Spero di non annoiarvi troppo.
499, 500, 1000 post, sono solo numeri.
Le parole ed i pensieri, invece, sono vita.


2 dicembre 2011

28 novembre 2011

Una Giornata Particolare: Bose ad Ostuni





Il portamessale è di pietra, al centro della Stanza intonacata di bianco.
Dietro c'è un altare semplicissimo, poco più di un tavolo, coperto da un panno verde.
Sono seduto in prima fila, a sinistra.
Di fronte all'altare, quattro monaci sono in raccoglimento dandomi le spalle.
Dietro di me, a destra, di fronte al messale, nel centro dell'Assemblea, il Sacerdote, inizia parlando direttamente nel mio orecchio destro, la Santa Messa.
E' la prima volta che assisto ad una funzione del genere.
I canti dei monaci tengono vivissima la mia attenzione.
Meraviglia, poi, quando il sacerdote si sposta dietro l'altare e tira via il drappo scoprendo una coppa di semplice argilla smaltata ed una ciotola contenente l'Eucarestia in forma di pane.
Oggi sono stato con la mia famiglia ad Ostuni, nella locale succursale della Fraternità Monastica di Bose.
Grazie a Radio Tre, grazie ad Uomini e Profeti, ho avuto il privilegio di conoscere ed ascoltare le parole di Enzo Bianchi, che di Bose è il priore.
Ho disertato, quindi, l'Assemblea Regionale dell'Agesci Basilicata, una cosa di cui mi dolgo, ma credo di aver fatto la scelta giusta partecipando, invece, all'incontro sul Tempo di Avvento tenuto da Padre Daniele Moretto, Monaco di Bose.
Il tema della giornata è "La Menzogna".
Nelle due ore abbondanti di predicazione, divise tra mattino e pomeriggio, Daniele ha affrontato con precisione di linguaggio e con passione tale da rendere il discorso avvincente questa drammatica spia della condizione umana.
Mi piace ascoltare la logica disegnata dalle Scritture, così come mi piace trovare le corrispondenze con il pensiero Laico.



Nonostante la sveglia antelucana ( ad orari scout eh eh ), le due ore di scomodo viaggio, il tempo trascorso ad Ostuni nel monastero della Fraternità di Bose è volato.
Volato.
E come potrebbe essere diversamente in una Comunità che è Chiesa vera, viva, fatta di gente e non di gerarchie?
Dopo aver ascoltato la Parola è stato il momento del pranzo comunitario, tutti assieme all'interno del piccolo monastero.
Ovviamente, per puro caso, mi sono trovato di fronte a Vecchi Scout...
La Domenica, quindi, è trascorsa tra letture della Prima Lettera di Giovanni, del Salmo 12 ( tradotto letteralmente dall'ebraico antico ) con incursioni di Dostoevskij ( I Fratelli Karamazov: Mentendo si arriva al vero Odio ) e di un filosofo di Cultura Ebraica (Vladimir Jankélévitch: la Menzogna e il Malinteso ).
Ho preso appunti a non finire e ho registrato: caso mai servissero per un percorso di Catechesi eh eh eh.
Sono stato molto contento di aver conosciuto questa realtà, una testimonianza di esistenza della Chiesa che non ci si aspetta, di una Chiesa che non è patinata d'oro e che di certo condanna solo chi sparge lacrime e sangue e non altri fluidi corporei, di una Chiesa in cui in prima fila non si affollano i potenti di turno ma che è organizzata circolarmente, con al centro la Parola ed attorno tutti i membri della Comunione.
Una Chiesa di cui non ci si deve vergognare di farne parte.
Ma tra le cui fila è possibile senz'altro rispondere: "Eccomi!"


                 

24 novembre 2011

Diritti e doveri o piuttosto Autorità e Responsabilità?

In Italia si sente parlare spesso dell'eterna guerra tra diritti e doveri di ciascuno.
Inizio a pensare che sia un confronto sterile nell'ottica di gestire la crisi del sistema, almeno a certi livelli.
Mi perdoni Heinlein se, magari, storpio il suo pensiero, ma sono sempre più propenso, invece, a considerare come prioritario concentrarsi sulla dualità autorità - responsabilità.
Esempio spicciolo: chi è responsabile per la chiusura di Termini Imerese e le sue conseguenze?
Responsabilità zero ed autorità intesa come arbitrio. Ecco l'Italia del tempo presente. Diritti, doveri, forse ci dobbiamo pensare dopo, forse prima serve che le persone possano fare quel che dovrebbero e debbano assumersi la Responsabilità di quel che fanno.

Spread

Adesso che anche i bund tedeschi sono in crisi, per quelli lo Spread con chi lo misureremo?
Kenz dice "Con l'Impero Klingon!" 
Giustamente.
Magari qualcuno si renderà conto che il problema è europeo.
Che l'attacco speculativo è all'euro e non al singolo stato canaglia.
E che la soluzione potrebbe anche passare dal rafforzamento dell'Europa in senso economico e politico:
se ci vogliono morti, sopravviviamo.
Se ci vogliono deboli, rafforziamoci.
Se ci vogliono separati, uniamoci.

In anticipo sul tuo stupore

15 novembre 2011

La Bomba degli Ayatollah: fine del problema Palestinese

Lo so, dovrei occuparmi di Spread e cronache del giorno dopo.
Ma cosa credete che siccome ora abbiamo un governo appena presentabile il peggio sia alle spalle? Forse i peggiori danni sono stati fatti, ma il loro effetto rimane e ce li dobbiamo sciroppare.
Invece credo sia di gran lunga più importante occuparsi di possibili cronache del dopobomba.
La Bomba degli Ayatollah.
Premessa: sono contrario ad un attacco preventivo alle installazioni nucleari iraniane.
Per motivi irrazionali.
Dentro di me qualcosa si oppone con tutte le forze.
Nonostante il fatto che io sappia le implicazioni del completamento del programma nucleare iraniano.
L'Orrore.



"Leggere Lolita a Teheran", non un qualsivoglia rapproto di agenzie di intelligence contiene sufficienti informazioni per rendere di probabile realizzazione l'affermazione:
"Se il regime teocratico degli Ayatollah Sciiti otterrà l'arma nucleare la userà contro  Israele. 
E la Palestina sunnita."
L'Atomica Iraniana è quasi certamente sinonimo di distruzione definitiva della Palestina.
Non solo di Israele.
Non c'è ragione per l'Iran di dotarsi di un arsenale atomico se non per usarlo contro Israele.
Vi sono altri stati islamici di cui si è vociferato che dispongano della Bomba, Arabia Saudita in primis.
Esiste il Pakistan, potenza nucleare.
Nessuno suscita in me più preoccupazioni dell'Iran.
Ripeto: non scrivo queste parole in base a 'rapporti' dell'Intelligence Occidentale o in base al recentissimo rapporto IAEA, sulla carta di estrazione indipendente.
Il problema non è a che punto sia l'Iran, il problema è che l'Iran è guidato da una teocrazia sostenuta da una base di giovani Basiji poveri e fanatici che hanno avuto ragione degli ultimi sommovimenti democratici.
Il problema è che quello che sembra fantascienza, nelle parole di Azar Nafisi, è tragica e quotidiana realtà.
Il problema è che la leadership religiosa sciita non ha gran stima della popolazione palestinese sunnita, sperticandosi in maledizioni contro il Piccolo Satana ed attestati di solidarietà spicciola ma disprezzando in privato gli eretici tanto deboli da non aver saputo schiacciare gli ebrei nel '47.
Il problema è che costoro credono.
Credono che lo sterminio degli ebrei d'israele sia cosa buona e giusta.
E lo dicono in pubblico da tempo.
Anche all'Onu.
D'altro canto Israele ha le sue cento bombe.
Suggerisco vivamente di leggere l'articolo di Wikipedia che ho appena linkato.
Ma, come disse un vecchio generale israeliano, l'arsenale nucleare di Israele è inutile: può essere usato o troppo presto ( quando Israele non è ancora minacciato a morte in maniera palese agli occhi dell'opinione pubblica mondiale ) o troppo tardi, quando, cioè, della Palestina / Israele non siano rimaste che ceneri radioattive e quindi come sterile e sanguinosa ritorsione post mortem.
Concordo con chi è contrario ad attaccare l'Iran, per ragioni evidenti ed ovvie che ritengo inutile spiegare a chi non le colga d'istinto.
Ma segnalo contemporaneamente che se l'Iran raggiunge lo status di potenza nucleare ce ne pentiremo tutti assai amaramente e la questione palestinese sarà risolta dagli Ayatollah in stile Antico Testamento.


PS:


l'immagine rappresenta gli effetti di una detonazione nucleare su Gerusalemme, al netto del fallout, che renderebbe inabitabile anche tutta la Cisgiordania.
Tanto per restare sul concreto.

12 novembre 2011

11 novembre 2011

il baratro

Il Baratro non è il default.
Quello è una catastrofe.
Una catastrofe fa danni e vittime, ma lascia sempre sopravvissuti.
Il Baratro è la fine della Democrazia.
L'avvento di un feudalesimo bancario.
La BCE al potere significa semplicemente le banche al comando.
Non significa risanamento, crescita, rinnovamento culturale per la costruzione di un'economia sostenibile.
Certo, è necessario prendere atto che anche per il ricco Occidente la pacchia è finita.
Sono necessarie riforme e provvedimenti inizialmente impopolari.
Ma che siano i cittadini a scegliere chi deve condurci nella valle di lacrime.
Soffocato dalle incombenze lavorative, non ho avuto modo di esprimere chiaramente il mio pensiero fino ad ora:
NO assoluto ad un governo con il PDL.
Si vuole fare la transizione? Sia pure se transizione significa legge elettorale da farsi in 3 settimane con annesse misure d'emergenza. Ma poi alle urne.
E questo solo come misura di compromesso estremo.
Io credo che il PD, nella figura di Bersani, possa e debba, finalmente, liberarsi dalle fasce infantili e crescere:
rompa col passato, Bersani:
Faccia Primarie libere e aperte di collegio elettorale per la scelta dei candidati al Parlamento in modo da poter andare al voto anche col porcellum schiantando così, con questa mossa di apertura democratica, le giuste diffidenze della Società Civile, che non sarà migliore del Partito Democratico che critica, ma ha tutto il diritto alla diffidenza.
Basta scilipoti nelle nostre liste.
Perchè se un governo PDPDL tranquillizza i mercati manda in paranoia i cittadini consapevoli che quel governo è strategicamente determinato a fare gli interessi delle banche e non del Paese.
Sacrifici?
Sì, ma decisi da un governo responsabile di fronte ai suoi elettori.
No all'abbraccio mortale del PDL:
diventiamo il PD che saremmo già dovuti essere.

7 novembre 2011

Prossima Fermata: Italia!

Quello che succederà domani ha una sua importanza.
Ma ritengo che abbia maggiore importanza quello che succederà il Giorno Dopo.
Io non credo che sia interesse del Paese arrivare a nuove elezioni dopo un logorante periodo interlocutorio.
In cui, magari, Lega Nord e nucleo duro del PDL possano costruirsi un alibi a cui i sono sicuro che un sacco di gente sarà felice di credere.
No, no: elezioni subito.
E, dato che è impensabile che la Legge Elettorale venga convenientemente modificata per tempo da questo Parlamento, meglio le Elezioni col porcellum, purchè...
Purchè il PD, accogliendo la proposta di Civati, dia un segno concreto e pesante di rinnovamento effettuando delle primarie aperte di collegio per la scelta dei candidati:
La Destra ha imposto il Porcellum?
Il PD restituisca ai cittadini la possibilità di scegliersi i rappresentanti anche al di là della vigente legge elettorale.
Dia concretamente questo segnale da tanti e da troppo tempo atteso.
Primarie di Circoscrizione Elettorale per la scelta dei candidati.
Prima è meglio è.

5 novembre 2011

Rendersi conto, a step.

Mi sto rendendo conto, con crescente imbarazzo e frustrazione, di star vivendo i perniciosi effetti della parte televisiva della mia infanzia.
Uno fa tanto per farsi una cultura musicale, ascolta Radio Tre, se ne sta a guardare l'orizzonte dalla finestra accompagnato da Bach.
Poi, mentre va a gettare l'immondizia, si scopre a canticchiare il motivetto di una pubblicità di Bim Bum Bam.
Esci dal mio corpo, stramaledetta sigla del mulino bianco, voglio far spazio nella mia mente, non dico a Pergolesi,  ma almeno ai Gogol Bordello!!!

PS: 19Q4 è di imminente uscita e mi sono appena reso conto di non aver avuto il tempo di prenotarlo...

3 novembre 2011

Debian 6.0.3 su HP Probook 6540b: una recensione

Lo ammetto.
Ho sempre considerato Debian un sistema operativo da cui tenermi religiosamente alla larga. Stabile, leggero, efficiente,ieraticamente arretrato.
Sì, arretrato:
E non funziona questo e non ha ancora quello, ma come, che kernel ha? E come sarebbe a dire che firefox e thunderbird sono ( rimarchiati ) ancora alla versione 3? 
Insomma, mi sono sempre detto: è la mamma di ubuntu, massimo rispetto, ma perchè dovrei avere gli stessi software di ubuntu 10.04 a fine 2011?
Però, come dire, dopo il Linux Day in cui ho potuto apprezzare all'opera un Notebook Debian perfettamente configurato mi sono detto che avrei potuto tentare.
In effetti, grazie alla presenza in archivio di un SSD da 64 GB proveniente dalla fallita prima installazione di Ubuntu 11.10 sul PC desktop, ho avuto l'occasione di installare Debian in tutta sicurezza, cioè conservando sul disco tradizionale da 500 GB l'installazione esistente di Ubuntu. "Se non mi piace rimetto il disco originale nel Notebook e non se ne parla più".
Vi anticipo che il disco da 500 GB è, ora, incellofanato nella sua bustina antistatica originale a prendersi un po' di riposo in un cassetto.
Al primo tentativo le cose non sono andate troppo bene.
Imposto l' LVM cifrato in fase di partizionamento del disco, ci mette un'infinità a formattarlo e, al riavvio, con orrore, la bestiolina si pianta praticamente all'istante.
Riprovo senza LVM e questa volta va tutto liscio.
Installo il pacchetto .deb contenente il firmware della scheda wireless che mi è stato segnalato come mancante in fase di installazione, peccato per il bluetooth che non ne vuol proprio sapere di funzionare, ma confesso di aver dedicato alla faccenda tipo 40 secondi, dato che non lo uso l'ho disabilitato da BIOS e la prossima volta si pensa.
All'avvio ho un dilemma: piallare via tutto il software inutile / obsoleto che Debian 6.0.3 porta con se? Mi riferisco a Iceweasel, Epiphany, Rithmbox, Totem, Empathy, Evolution ed Openoffice.
Il guaio è che da synaptic sembra che questa pulizia si porti via i pacchetti fondamentali del desktop di Gnome.
So che sono dei metapacchetti, non indispensabili, ma fa sempre una certa impressione tirarli via.
Ho incrociato le dita e mi sono ritrovato più leggero dopo il riavvio.
Ho scaricato l'ultima libreoffice che è andata al suo posto con un bel dpkg -i *.deb effettutato con utenza root mediante terminale nella cartella in cui avevo scompattato l'archivio scaricato, installato Chrome, sostituito Evolution con Thunderbird 7 ( il che mi ha consentito di importare posta, rubrica, estensioni e settaggi dalla precedente installazione con un banale copia - incolla della cartella /home/angelo/.thunderbird) e ho piazzato VLC come unico lettore multimediale del notebook.
Ho pure installato Firefox 7 per scopi di test e didattici.
Il resto della configurazione qualche problema me l'ha dato.
In particolare Truecrypt.
Di installare si installa facilmente, ( al peggio ricordatevi che potete installarlo 'a mano' copiando le sue sottocartelle in /usr e /bin ) ma il maledetto non ne vuol sapere di funzionare coi permessi di root. Ossia, lo lancio, chiedo di creare una partizione cifrata ( o di montarne una già creata ) ma la password di root non basta. Sono stato costretto ad abilitare il sudo sulla mia utenza normale.
Il guaio più serio, però, è stato far funzionare la stampante: un' HP  Laserjet Pro M1212nf. Il problema è nel pacchetto HPLIP che, per motivi misteriosi e non conoscibili alla volgare massa degli utenti finali, richiede, per funzionare, il download di un 'misterioso' plugin. Per ogni versione di hplip esiste una corrispondente versione del plugin.
Il mistero è non tanto nel perchè sia 'scomodo' reperire le varie versioni di hplip, ma sulla quasi impossibilità di reperire il plugin corrispondente.
Per esempio: per installare la stampante sotto Ubuntu è necessario installare ( non dal software center ) la versione 3.11.10 di hplip e sbattersi sul web alla ricerca del corrispondente plugin 3.11.10. 
Che NON è scaricato assieme al pacchetto.
Ma chi l'ha progettato il sito http://hplipopensource.com/ , il ministero dell'istruzione?
Vabbè.
Il Peggio è con Debian.
La versione di Hplip presente nei reposytories sarà buona per qualche stampante ad aghi.
L'installazione della 3.11.10 fallisce causa dipendenze non soddisfatte ( ma quali? Gosh, l'installer di HP sembra scritto per windows e non scrive un tubo da nessuna parte ). Così passo un certo tempo a cercare una versione che si installi  ( 3.10.6 ) e un certo tempo elevato al cubo a reperire il relativo plugin 3.10.6.
Dopodichè tutto si mette magicamente a funzionare. Che la HP non riesca ad investire 500 Mb di spazio web per conservare le varie versioni di hplip e relativi plugin è praticamente uno scandalo.
Per fortuna il resto è andato via liscio. Skype, pidgin, Eclipse, SDK Android ( questi ultimi due importati anch'essi con un bel copiaincolla dalla home dell'installazione di Ubuntu ), java 7, va tutto a meraviglia.
Nessun problema per vpn ed altre amene utilità di sistema.
Se non che...
Per 3 di numero 3 volte il mio notebook si è spento di botto.
E' roba di kernel, sicuramente, il messaggio sul log è chiaro:

 kernel: [ 70.616563] general protection fault: 0000 [#2] SMP

ma, ad ora, non sono ancora riuscito a risolvere ( in verità non sono proprio riuscito ad affrontare per ragioni di tempo ) il problema.
Per il resto una favola:
parte in pochi secondi, i documenti di libreoffice in due secondi netti, il monitor esterno ed il videoproiettore sono stati riconosciuti all'istante ( alla faccia della scheda video radeon 4500 ) e non ho avuto alcuna difficoltà ad impostare il mouse Logitech Performance MX. 
Insomma, problema dello spegnimento a parte, sono soddisfattissimo.
E non solo per la velocità del sistema, ma per la sua flessibilità nel venire incontro alle mie necessità lavorative.
Debian è davvero IL sistema operativo universale.
Con pochi sforzi sono riuscito ad installarci su software aggiornato alle ultime versioni.
Devo ancora capire come funzionano i suoi repo del software, evidentemente Debian NON è una Ubuntu spartana e richiede uno studio approfondito delle sue funzioni più avanzate: già mi ci sto divertendo.
Lo consiglierei ad un neofita? E perchè no?
Dopotutto, da qualche parte bisogna pur incominciare.

2 novembre 2011

Linux Day 2011, il punto di svolta?

Ho fatto davvero bene a partecipare ad organizzazione e svolgimento della quinta edizione del Linux Day materano.
L’esperienza, più umana che tecnica, per fortuna, ha consolidato una Comunità sicuramente più efficiente ed efficace di quanto ci si potrebbe aspettare dai meri numeri.
 Vediamo un po’.
Per organizzare il Linux Day 2011 ci abbiamo messo 4 riunioni serali.
Abbiamo avuto il contributo di persone non fisicamente presenti.
La Comunità si è sicuramente allargata e sono stati nostri ospiti altri appassionati di Software Libero che ci hanno contattato sul nuovo sito.
Già, il nuovo sito. Grazie ad Antonio Stevecab, che ha fatto gran parte del lavoro, e ad Altrimedia che ha fornito l’hosting, ora abbiamo un sito in wordpress degno del nome che porta: www.materalinux.it.
Veniamo all’analisi dell’evento.
La collaborazione di Sui Generis è stata impeccabile e preziosa.
I seminari sono stati tutti di livello tecnico elevato.
L’affluenza di pubblico, inoltre, è stata superiore alle passate edizioni
Il Gruppo Facebook è tutt’ora attivo.
Insomma, ci sarebbe di che essere soddisfatti se non fosse abbastanza palese l’autoreferenzialità complessiva dell’operazione.
Certo, tra le gentili organizzatrici c’è più di un interesse a migrare a GNU / Linux quanto prima.
Certo, l’interesse della Stampa è stato concreto.
Certo, i nostri ragionamenti sono seguiti da dimostrazioni inoppugnabili.
Ma non è abbastanza.
Francamente, il Linux Day non è abbastanza.
Le Pubbliche Amministrazioni dormono.
Qualche timido segnale viene dalla scuola: infatti, forse, forse forse, qualche vecchio Pentiun II / III ci verrà concesso in pasto per rivitalizzarlo con Puppy o equivalente.
Ma credo sia necessario fare di più.
Per esempio, inizierei da una piccola campagna tra gli associati nel più perfetto stile “Porta un Amico”: ci si vede in bottega una sera con l’Amico ed il suo portatile backuppato e gli si installa su ubuntu con wubi.
Proseguirei con qualche altra scuola.
Andrei avanti con qualche azienda.
Sempre via passaparola.
Soprattutto, mi permetto di insistere, punterei sugli amici di ognuno.
Allarghiamo la base.
C%**o, i repubblicani americani coi tea party si sono ripresi il congresso, noi perchè non organizziamo qualche linuxbruschetta o cose del genere?
Mica tutte le settimane: 1 volta ogni due mesi, massimo 1 volta al mese.
Del resto, come scrivevo prima, qualcuno tentato da GNU / Linux c’è già tra i nostri, approfittiamome!
E, nel momento in cui dovessimo ricevere qualche segnale di attenzione dal Sesto Piano del Palazzo di Città, organizzerei un minievento dedicato e mirato alla Pubblica Amministrazione.
Ah, piccola critica costruttiva per il Linux Day 2012: credo che dovrà essere prodotto un vero e proprio mini corso di linux per neofiti assieme ai seminari tecnici. Questa è stata la mancanza più grave dell’edizione 2011.
Ce l’hanno chiesto in tanti. Rimedieremo.

1 novembre 2011

L'Ora Più Buia

Ho finito di leggere il terzo romanzo di Claudio Vergnani in un giorno di nebbia e fatica.
A malincuore ho portato a termine il compito.
Giunto attorno alla pagina 400 mi sono reso conto che avevo bisogno di determinazione e spazio per fare quello che andava fatto.
Ossia, avevo bisogno di trenta minuti di tempo per completare la lettura di un romanzo la cui lettura non avrei mai voluto terminare.
Perchè mi ha fatto ridere, ridere fino alle lacrime, fino a strapparmi attacchi di tosse notturni.
Perchè mi ha commosso l’intensità della narrazione.
Perchè sapevo ( lo sentivo dentro ) che avrei dovuto dire addio a personaggi amati.
L’ora più buia è un’opera che colloca Vergnani sull’olimpo degli scrittori veri.
Ormai è dimostrato: non si scrivono tre romanzi così per caso.
Uno può capitare, due magari per coincidenza, ma tre no.
Vi risparmio le banalità sulla trama avvincente, sulla lettura d’un fiato, ecc.
Vogli concentrarmi su alcuni spunti precisi che ho trovato nel romanzo:

"La Società può permettersi anche i vampiri, credimi. Si è permessa - e si permette - di peggio" - "Le ingiustizie e la violenza?" - "Quelle ci possono anche stare", riflettei "Se il mondo fa schifo non è a causa delle ingiustizie e della violenza, quelli ci saranno sempre, fanno parte della nostra limitatezza di esseri umani ... ma per via dei buoni e dei giusti che sono stati tanto incapaci di andare oltre il loro ruolo di bravi cittadini soddisfatti di sé",

Ecco, io credo che la trilogia vampiresca di Vergnani non dico sia riassumibile con queste poche parole, ma che sia indirizzata parecchio alla critica di una Società Italiana che vive costantemente sull’Aventino sociale e/o economico e/o culturale.
Lì dove i social network sono strumenti d’azione ( dagli USA di #occupywallstreet alle periferie nordafricane e siriane ) qui sono solo un anestetico e sfogatoio per masse di benpensanti che si illudono di ‘far qualcosa’ cliccando “mi piace” sul web.
A milioni si contano gli appartenenti al partito trasversale del bravo cittadino:
pago le tasse ma non denuncio gli evasori.
Non parcheggio in doppia fila nè guido ubriaco ma tollero questi comportamenti, dando magari la colpa al berlusconismo dilagante.
Faccio la raccolta differenziata ma mi guardo bene dal mandare a fare in culo in pubblico chi butta una carta a terra.
E così via.
Il guaio, quindi, non sono i Vampiri, gli evasori fiscali, i corrotti, i mafiosi, i drogati da grande fratello o portaporta, i minzolinidipendenti, quelli ci sono e ci saranno sempre.
Il guaio, come scrive con disarmante precisione Claudio, sono le Cooperative Sociali, istituite per soccorrere i bisognosi, che sfruttano come vampiri gli operatori che ci lavorano.
Il guaio, tanto per scrivere il terzo punto di questo breve elenco, è il disfacimento di quello che si vuol difendere perchè, mentre si combattono le minacce esterne, nessuno più pensa all’ordinaria manutenzione.
Della cultura prima che delle strade
della solidarietà prima che delle facciate dei palazzi.
Certo, ci sono Amicizia, Amore, Eros e Coraggio tra le pagine di questo romanzo.
Ma non mi sento in grado di parlarne in maniera originale.
E di originale in questo Libro c’è davvero tanto.
Leggetelo e vi renderete conto di quanto sia terribilmente plausibile la descrizione di un’Italia in cui tutti sanno che esistono i Vampiri ma nessuno ne è davvero sconvolto.
Un’epifania di sangue che non cambia la vita di nessuno, neppure ai clandestini disperati che coi più disperati dei vampiri dividono le tenebrose periferie urbane della Padania Leghista.
Se Claudio e Vergy torneranno li accoglierò a braccia aperte.
E, se non torneranno più, li porterò con me per come li ho conosciuti:
due commilitoni, fratelli in armi, incapaci di adattarsi ad una realtà folle.
Pertanto, folli anche loro.
E coraggiosi come l’avvocato Flinch ne “Il Buio Oltre la Siepe”. Se non l’avete letto non potreste capirlo, quindi inutile spiegarlo.
Per tutta questa splendida trilogia ho riso, ho temuto di voltar pagina e ho seguito con apprensione le loro avventure.
Ora siamo all’ultima pagina.
Il libro è chiuso e lo porterò presto a far compagnia ai suoi due predecessori.
In attesa di un nuovo mondo che Claudio Vergnani saprà donarci quando vorrà.

26 ottobre 2011

Niente Bacchetta magica, spiacente, solo olio di gomito..

Due fatterelli:

alle recenti elezioni molisane, nell’ordine, vince la Destra, si afferma il movimento Cinque Stelle, il PD perde e alcuni suoi dirigenti si lasciano andare a grottesche dichiarazioni in cui attribuiscono la responsabilità della sconfitta proprio a Cinque Stelle colpevole di “rubare voti alla Sinistra” ( mentre si tace di un candidato non proprio ideale... )

Triste, ma vero.

Hanno detto proprio così. 

Che siano proprio i litigi, le divisioni e la pochezza politica pubblicamente e plurimamente manifestata da cotesti dirigenti ad allontanare elettori e ad indebolire il PD è chiaro a tutti salvo che a costoro.

In conseguenza alle dichiarazioni di tal fatta, sul web si è scatenata da un lato la costernazione dei militanti PD, dall’altro lo scherno e la gioia di quelli di Cinque Stelle. Scherno giustificatissimo contro le dichiarazioni, Gioia per il successo.

Quest’ultima non altrettanto giustificata.

Cioè, se un partito nuovo ma “tradizionale” avesse, partendo da zero, ottenuto un successo del genere i festeggiamenti sarebbero più che motivati: voti, seggi, poltrone...

Fa piacere, quindi, scoprire come sia ‘immediato’ anche per i più radicali dei Movimenti adeguarsi alle circostanze generali: “Ho vinto, mi son fatto largo, il mio programma non si realizzerà, ma son contento e festeggio”.

Altro fatterello, più vicino.

In una recente conversazione sullo stato delle cose del PD Materano, cose non certamente edificanti, mi sono trovato assediato da un pubblico di concreta e storica militanza di Sinistra.

Ad una mia banale osservazione: “Se questo PD non vi piace, iscrivetevi e cambiatelo” Mi è stato risposto: “E perchè dovrei farlo? Non è compito mio.” 

Dato che questa risposta mi è venuta da più persone in cui ho stima e fiducia, sono rimasto piuttosto perplesso.

“Il PD non mi piace: è pieno di brutta gente, litigioso e senza idee, qui poi pure spartitorio.
Sel non mi piace, è un partitopersona
5 stelle non mi piace e del Centro Destra non voglio neppure sentir parlare.”

Questo ragionamento, ripeto, mi lascia perplesso.
Non è il ragionamento di un singolo, ma di un’intera categoria sociale di persone attive e culturalmente anche più di Sinistra di me..
Eppure...
Eppure completamente inerti e refrattarie rispetto alla necessità di farlo funzionare ‘sto PD.
O di creare con lo stesso coraggio e determinazione dei militanti di 5 Stelle qualcosa di nuovo.
Niente.
Il PD è pieno di cattivi soggetti, ma a sentire i miei corrispondenti costoro dovrebbero estinguersi non si capisce per quale magia.
Il PD è diviso ma dovrebbe tornare granitico non si sa in forza di quale pressione.
Io non condivido l’ideologia che c’è dietro 5 Stelle, ma rispetto moltissimo i loro militanti: il PD/SEL/IDV non gli piace e si fanno un partito che gli piace.
Resto perplesso: nonostante la situazione catastrofica la volontà di agire in prima persona per salvarsi sembra ( sottolineo: sembra ) inconsistente più nella base che nei dirigenti dei partiti di Sinistra.
Non ho conclusioni da offrire in questa sede, ci devo pensare...