26 settembre 2010

Anobii e le statistiche dell'inferno

Da buon lettore compulsivo, la parte delle statistiche è un servizio su cui mi cade sempre l'occhio:

Anno Numero di libri n. di pagine
2010           44 19918
2009           37 14021
2008           53 18039


 Peccato che, alla fine, leggo e leggo e non capisco niente ( del mondo che mi circonda e di quello tutto mio )...

22 settembre 2010

Linux Day 2010: istruzioni per l'uso dell'Install Fest

LINUX DAY: Istruzioni per l'uso dell'install fest.

Carissimo visitatore,
Sabato 23 Ottobre scommettiamo sarai dei nostri in via delle Beccherie per partecipare al linux day 2010.
Magari vorresti installare una Distribuzione Linux sul tuo PC.
Saremo felici di aiutarti e le cose saranno davvero semplici e veloci se cercherai di attenerti a queste linee guida:


  1. Salva i Tuoi dati, tutti: porta con te un PC o Notebook il cui contenuto potrebbe essere cancellato. L'installazione di linux in parallelo a windows generalmente non da problemi, ma non si sa mai. A maggior ragione se intendi usare linux come unico sistema operativo: salva tutto.
  2. Se sai come fare, deframmenta l'hard disk.
  3.  Se sai come fare, crea una partizione di 10GB alla fine del tuo hard disk.
  4.  Porta con te alcuni CD e DVD vuoti, così potrai tornare a casa con un bel po' di distribuzioni linux e software libero in generale.
 Possiamo installare linux praticamente su ogni PC, tuttavia suggeriamo come requisiti di 'tranquilla usabilità':
  • Pentiun II con 64 MB di RAM e scheda di rete per distribuzioni tipo DSL - Puppy
  • Pentium III - IV con 256 MB RAM e scheda di rete per distribuzioni Desktop leggere
  • Pentium IV con 512 MB di RAM, scheda video discreta e scheda di rete per distribuzioni Desktop Standard
  • Su ogni PC - Notebook acquistato negli ultimi 3 anni le ultime distribuzioni linux girano senza alcun problema
Portate con voi le macchine complete e, nel caso di PC desktop, anche una ciabatta elettrica per usare un'unica presa.

21 settembre 2010

La Fine è nota

Oggi sono stato invitato alle cerimonie di commemorazione per ricordare la rivolta antifascista della mia città ( Si, Matera è stata la prima città del Sud ad insorgere contro i Tedeschi ).
Non credo che vi parteciperò.
Al 99,999% per abietti motivi di impossibilità lavorativa. Altrimenti avrei partecipato volentieri. Al 99,999%.
Allo 0,001%, percentuale degna della divisione dei profitti tra zio Paperone e Paperino, no.
Perchè non riesco a vedere più le lotte partigiane come qualcosa di fondativo dello Stato in cui vivo, come una Memoria da conservare per evitare il ritorno di certe bestialità.
Inizia ad insinuarsi in me la certezza che quanto era stato abbattuto sia già tornato, o, meglio, che non sia mai stato sconfitto.
Sento che, invece di ricordare le altrui e passate gesta di coraggio ed umanità, dovremmo incominciare a prepararci a ripeterle, se ne siamo capaci. Cosa di cui dubito:
non siamo stati capaci di farci pagare dagli imprenditorucoli locali per il nostro lavoro,
non siamo capaci di far valere i nostri titolie competenze di medio - alto livello.
non siamo capaci di imporre neppure la banale quotidianità della legge della domanda e dell'offerta sul prezzo delle case superando nel ridicolo la tragedia di una città con 3 case vuote per abitante o giù di lì con prezzi capitolini,
non siamo capaci neppure di impedire il parcheggio selvaggio nel centro storico.
E vorremmo difenderci dal berlusconismo, ribellarci alla barbarie del trattamento disumano dei migranti, allo sconcio della mignottocrazia, all'orrore di Bolzaneto e Diaz?
Magari pure alle centrali nucleari nel Salento.


O a Marchionne ed i suoi. 
Ecco perchè, forse è meglio un aventino incruento, lontano e soffice, sganciato dall'angoscia della lotta continua senza speranza e senza paura.
Di che, poi, dato che la fine è nota?
Le alternative utili implicano scelte amare e dure, piuttosto improbabili in chi non ne ha fatte di più dolci in passato.
E, poi, se permettete, quando penso a quei ragazzini di 17 - 20 anni che si sono fatti ammazzare risalendo l'Italia con gli Alleati o nelle valli di Appennini ed Alpi per qualcosa che a stento trattengo nel mio quotidiano, mi viene da piangere ed è meglio non farlo in pubblico.

5 settembre 2010

Terezin

Terezin merita un post a parte.
Visitando il Cimitero Ebraico di Praga si ha anche accesso ad una serie di Sinagoghe trasformate in musei. Sorprendentemente, la parte dedicata all'Olocausto non è quella maggiore, dato che abbondano i dettagli storici e culturali. Ma c'è una sinagoga vuota, senza arredi, le cui pareti sono completamente ricoperte dai nomi degli ebrei Cecoslovacchi deportati e da teche coi disegni e le suppellettili dei bambini di Terezin.
L'impatto emotivo è stato violentissimo.
Mi sono praticamente sentito male, tutti quei nomi, tutte quelle vite. Tutte quelle date di morte così vicine.
Pareti intere, decine di migliaia di persone..




Avevamo quasi deciso di non andare più a Terezin, ma ci siamo fatti forza e siamo partiti lo stesso. E abbiamo fatto bene.
Il campo è agghiacciante. E non era neppure un campo di sterminio, ma 'solo' di concentramento e di lavoro.
Scusatemi, ma non lo descriverò. 
Abbiamo fatto bene ad andare a Terezin perchè siamo anche noi diventati Testimoni. 
Perchè abbiamo visto.
Perchè sappiamo.
In quest'Italia razzista ed antisemita è già un rischio.
In quest'Italia che fa il tifo per gli uni o per gli altri piuttosto che costruire occasioni di pace,che disconosce l'origine delle sofferenze palestinesi, che non consente di costruire moschee ma va a braccetto con Hezbollah ed Hamas e contemporanemanete chiede di firmare petizioni per Sakineh è forse già troppo.
Terezin tutta, è già troppo.

Praga e dintorni, agosto 2010

Praga è un piccolo miracolo nella calura d'Agosto.
Quasi un miraggio.
Ci arriviamo in un tado pomeriggio di Domenica, su un volo WizzAir confortevole, pulito e puntuale. Dopo aver prelevato qualche corona al bancomat ed acquistato i biglietti del servizio di trasporto pubblico, siamo usciti dall'aeroporto e, in men che non si dica, ci siamo trovati sull'autobus n.119 diretti verso il capolinea della metropolitana. Dopo una mezz'ora scarsa di viaggio attraverso una periferia apparentemente curata e pulita, ecco la fermata della metro con un treno pronto ad accoglierci.
Dieci minuti dopo emergiamo in centro, nel pressi di Piazza San Venceslao.
Praga, al tramonto, in un giorno d'estate. Un incanto pastello.
l'Hotel è a pochi minuti a piedi, ma il rumore delle rotelle delle valigie sembra assordante sull'acciottolato e ci sentiamo tanto italiani in vacanza in quelle vie, tutto sommato, silenziose.
Praga ci accoglie con un temporale, che illumina sinistramente i gargoyles della chiesa di Piazza dell'Orologio. Uno spettacolo da film horror...
Abbiamo passato la settimana successiva percorrendone il centro a piedi, in lungo ed in largo. Badando più che ad esaurire la lista di monumenti e musei a goderci l'atmosfera, gli odori ed i colori delle sue strade.
Praga è pulita, vivibile, tranquilla. Certo, i turisti non mancano e gli italioti fanno pesare la propia maleducazione fino a farci vergognare, ma resta sempreun luogo tranquillamente visitabile a piedi in cui ogni pietra trasuda storia e cultura.
Poco prima della partenza avevo ascoltato una storia della Primavera di Praga narrata da Demetrio Volcic che è stato corrispondente Rai all'epoca dei fatti. E quasi temevo di ritrovare resti del periodo sovietico. Inoltre, la lettura di Kundèra negli anni verdi mi aveva preparato a ben altro spettacolo. La città, invece, si è ammodernata senza perdere troppo la sua anima mittleuropea.
Alcune note di servizio: la birra è spettacolarmente buona nel senso della qualità ed è anche il prodotto più a buon mercato di Praga. Il cibo ( un po' pesante per i miei standard ) non lo è altrettanto, almeno in centro. I servizi di trasporto pubblico sono efficientissimi, ma il treno per Dresda ha fatto un più che italico ritardo di 90 minuti raddoppiando la percorrenza. Idem per l'autobus che ci ha portato a Terzìn. Ah, l'animale nazionale Ceco credo sia la Vespa, almeno in estate: ce ne sono centinaia e dapperuttto, quindi occhio! I musei sono abbastanza cari ed anche le chiese sono per lo più a pagamento, insomma Praga non è poi così economica ma non è neppure carissima.


Ma torniamo a cose meno pragmatiche.
Dicevamo di Dresda. 
Credo sia una città splendida, ma abbiamo avuto troppo poco tempo per visitarla.
Mi ha coplito il silenzio delle sue pur affollate strade ( pedonali: poche auto, molte bici, moltissimi tram ) e la ricchezza ( è una città dell'Ex DDR, il che vuol dire che 20 anni fa era una specie di unico tugurio ) dei suoi cittadini. A questo proposito eccovi un piccolo esempio paradigmatico della differenza tra Italia e Germania.
Quando la Germania, appunto, 20 anni fa si riunificò, mise in piedi un sistema di incentivi per risollevare l'economia dell'Est ex-comunista, una specie di cassa del mezzogiorno.
A Dresda si fecero avanti gli americani dell'AMD per sfruttare gli incentivi ed i finanziamenti governativi ed impiantarono una bella fabbrica di microprocessori. Dopo qualche anno, con l'aumento del costo del lavoro locale e la diminuzione ( non crollo, NB ) dei profitti, l'AMD pensò di delocalizzare, chiudendo la fabbrica e spostando la produzione ancora più ad Est. Mi risulta che il governo tedesco abbia preteso la restituzione immediata degli incentivi e dei finanziamenti erogati e che la magistratura abbia aperto un'inchiesta per tentata truffa o roba del genere... Risultato: l'AMD è ancora lì...
Proprio come hanno fatto i nostri governatori locali con gli imprenditori settentrionali mangiacontributi, uguale uguale uguale...
Non potrei concludere senza citare la bella serata passata assieme a Giulia, finalmente siamo riusciti a vederci dopo tanto tempo!!! Per fortuna se non ho capito male dovrebbe passare da queste parti a breve eh eh eh!
Conclusioni?
Praga è da visitare, senza se e senza ma, al peggio, se non gradite le atmosfere, gradirete sicuramente la birra!!!

2 settembre 2010

Andarsene così

Sarebbe splendido
Amare veramente
Riuscire a farcela
E non pentirsi mai
Non è impossibile 
pensare un altro mondo
Durante notti di 
paura e di dolore
Assomigliare a 
lucertole nel sole
Amare come Dio
Usarne le parole
Sarebbe comodo
Andarsene per sempre
Andarsene da qui
Andarsene così.

Baustelle, Amen

1 settembre 2010

Il Liberismo ha i giorni Contati ( ma più dei miei )

E’ difficile resistere al Mercato, amore mio
Di conseguenza andiamo in cerca di rivoluzioni e vena artistica
Per questo le avanguardie erano ok, almeno fino al ’66
Ma ormai la fine va da sé E’ inevitabile
Anna pensa di soccombere al Mercato Non lo sa 
perché si è laureata Anni fa 
credeva nella lotta,  adesso sta paralizzata in strada Finge di
essere morta Scrive con lo spray sui muri  che la catastrofe è inevitabile

Vede la fine in metropolitana, nella puttana che le si siede a fianco
Nel tizio stanco Nella sua borsa di Dior
Legge la Fine nei saccchi dei cinesi
Nei giorni spesi al centro commerciale
Nel sesso orale, nel suo non eccitarla più
Vede la Fine in me che vendo dischi
in questo modo orrendo
Vede i titoli di coda nella Casa e nella Libertà

E’ difficile resistere al Mercato, Anna lo sa Un tempo aveva un sogno stupido:
un nucleo armato terroristico Adesso è un corpo fragile
che sa d’essere morto e sogna l’Africa. Strafatta, compone poesie sulla Catastrofe

Vede la fine in metropolitana, nella puttana che le si siede a fianco
Nel tizio stanco Nella sua borsa di Dior
Muore il Mercato per autoconsunzione
Non è peccato, e non è Marx & Engels.
E’ l’estinzione, è un ragazzino in agonia.
Vede la Fine in me che spendo soldi
e tempo in un Nintendo  dentro il bar della stazione
e da anni non la chiamo più.

Baustelle, Amen.