3 novembre 2008

Sul Pollino col Camper.

Il week end è stato investito nello sdoganamento del camper di famiglia, che non avevo mai guidato al di fuori di remote e breve tratte autostradali.
ovviamente ce ne siamo andati sul Pollino, mettendomi nella classica condizione: o bere o affogare. Infatti, sono qui a raccontare di queste 48 ore passate con un bestione di 3500 kg allacciato sotto il sedere su e giù per quei nastri incompleti di asfalto larghi al più 4m che passano per strade di montagna. Il Camper fa rumore, non ha il servosterzo ma ci ha condotto agevolmente, in circa 3.5 ore, fino al Rifugio De Gasperi. Finalmente il rifugio è di nuovo attivo e ben frequentato. Lo ricordo tristemente deserto ed abbandonato, qualche anno fa. Ma ora è gestito da persone ospitali e generose e non manca un magnifico cagnolone tanto bello da stringerci il cuore per la nostalgia.



Ci siamo accampati in una piccola area dedicata. Il tempo si è immediatamente guastato, com fitti nuvoloni che correvano sotto le cime... Ma questa volta davvero non temevamo pioggia od umidità: il camper ha la stufa ed anche l'acqua calda... Tuttavia, non abbiamo rinunciato al tradizionale bivacco con arrosto integrato...




Il mattino del 2 è stato splendido: sole in un azzurro purissimo. Ma, NEL camper, c'erano 3.8°C...
Per scaldarci siam saliti in alto... Dopo un corroborante caffè gentilmente offertoci dal gestore del Rifugio, ci siamo diretti all'azimuth verso il Timpone della Capanna snobbando il sentiero indicato sulla carta. La salita è stata davvero dura: numerosi scivoloni causati dal fogliame spesso ed umido, qualche escoriazione ( benedetta la cassetta di pronto soccorso scoutech ) e lo smarrimento dei miei occhiali da sole ( 40 € addio!! ) e, devo confessare, davvero tanta voglia di mollare e tornare alle comodità del Camper.
Di fronte all'esiguità o addirittura della nullità dei risultati garantiti dalla perseveranza, le attrattive della rinuncia sono sempre maggiori per me in questi ultimi tempi. Ad un certo punto, il bosco è finito e sembrava fossimo ormai in cima. Niente affatto: solo un'ampia radura oltre la quale la salita continuava implacabile. Beh, un bello scherzo. Siamo andati avanti fino in cima, con un ordinario sforzo di volontà.
Lassù abbiamo trovato il nostro premio.


La discesa èstata più rapida e meno faticosa, ma non meno insidiosa. Il premio, comunque, quello materiale si intende, è arrivato verso le 13:30, quando, all'agriturismo "Campo le Rose ", vicino Viggianello, abbiamo avuto il piacere di spazzar via una lunga serie di antipasti culminando il processo in una pasta al sugo di cinghiale da lasciar sbalordito Obelix... I ragazzi che gestiscono il locale sono gentili e competenti, peccato che abbiano già il tutto esaurito per il cenone di capodanno. Se capitate, passateci...
Ma, assieme alle certezze che si saldano nel cuore nel momento in cui si raggiunge la cima, vengon fuori anche i consequenziali dubbi: ora che siamo arrivati fin qua, in tutti i campi, come possiamo procedere meglio dopo? E se siamo capaci di tanta meraviglia, come mai gli attriti restano così dissipativi?
Stanotte ho dormito benissimo e mi sono svegliato un minuto prima della sveglia.

1 commento:

  1. Di fronte all'esiguità o addirittura della nullità dei risultati garantiti dalla perseveranza, le attrattive della rinuncia sono sempre maggiori per me in questi ultimi tempi.

    Sempre più spesso mi sento così anche io :(

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